Home ATTUALITÀ PRIMO PIANO Zorro compie 100 anni dal suo debutto a fumetti

    Zorro compie 100 anni dal suo debutto a fumetti

    Si mise davanti alla macchina da scrivere dopo aver lungamente ragionato, per giorni, circa l’ambientazione del suo racconto. Quello che Johnston McCulley aveva chiaro era il suo personaggio: un vendicatore mascherato, il riscatto del bene contro il male, rappresentato dallo sfruttamento e dall’avidità.
    Dunque occorreva datare le avventure del suo eroe in un contesto storico dettato da fame e soprusi. Così lo scrittore pensò alla California nel periodo in cui subiva il dominio spagnolo (tra il 500 e l’800), che si estendeva sino al Nevada ed allo stato messicano della Baja California. Qui, in una commistione di dialetti, l’eroe mascherato, per la sua furbizia venne ribattezzato ‘Zorro’, che in spagnolo significava ‘volpe‘. Ma chi era Zorro, e come poteva ‘permettersi’ economicamente di poter godere di armi ed abiti di primordine e, sopratutto, di una credibile copertura? Così lo scrittore creò il personaggio di Don Diego de la Vega, figlio del più ricco proprietario terriero della zona, e dunque al di sopra di ogni sospetto. del resto, chi avrebbe mai potuto immaginare che dietro il paladino dei poveri e degli oppressi vi fosse un uomo ricchissimo? Una trovata che ha finito per conquistare tutti, comprese menti eccelse come quella del grande poeta (Premio Nobel) cileno Pablo Neruda che fermò Zorro in una sua opera.

    Zorro, subito l’esordio filmico

    Dunque, esattamente 100 anni fa, era l‘agosto del 1919, l’eroe creato da McCulley fece il suo debutto nell’episodio ‘La maledizione di Capistrano‘, all’interno di un fumetto, ‘All-Story Weekly’. Fu un successo immediato, al quale seguirono da subito altri 60 episodi. Ma in una nazione che si stava distinguendo per il grosso impegno profuso nell’evoluzione dell’industria cinematografica, la trasposizione filmica divenne praticamente conseguenziale. Ed ecco che appena un anno dopo dal debutto cartaceo, Zorro appare in carne ed ossa nei cinema ne ‘Il segno di Zorro’, di Douglas Fairbanks, che non immaginava di passare alla storia avendo ‘visualizzato’ per primo il contesto e le movenze del personaggio.
    Di li in poi infatti Zorro diverrà una leggenda nella leggenda, conquistando in toto la ribalta: serie televisive, musical, soldatini, maschere carnevalesche e, per le nuove generazioni, persino i videogame.
    Sul grande schermo, così come per il Teatro col ‘Cirano‘, i più grandi attori finiranno indossare il mantello e tracciare la famosa ‘zeta’ sulle brache del ‘panciuto’ tenente Garcia. Parliamo di interpreti di lusso, belli per antonomasia come Tyrone Power (1940), Alain Delon (1975) e, più recentemente, Antonio Banderas (1998 e 2005). Ma attenzione, la saga filmica continua in quanto, proprio in questi giorni l’attore messicano Gael García Bernal, starebbe per inaugurare un nuovo set dedicato a Zorro. Si vocifera che anche Queentin Tarantino, lusingato dal remake di ‘Django‘, già da diverso tempo starebbe pensando ad una sorta di commistione tra i due ‘eroi’.
    A spiegare lo straordinario ascendente esercitato dall’eroe di Johnston McCulley sulle persone comuni, la ‘credibilità’ del personaggio. Tanto è che, anche in contesti più trash o demenziali, ha ugualmente conquistato il pubblico. Come nel caso delle famose ‘parodie’ dei film europei e, più specificatamente, di cassetta italiani, dove l’eroe appare più volte in situazioni e contesti ‘casarecci’, come nel caso – fra i tantissimi – de ‘Il sogno di Zorro’ (1952) con Walter Chiari; ‘Il giuramento di Zorro’ (1965) con Tony Russel; ‘Zorro il ribelle’ (1966) con Howard Ross; ‘El Zorro’ (1968) con George Ardisson; ‘I nipoti di Zorro’ (1968) con Dean Reed, e Franco & Ciccio; ‘Il figlio di Zorro’ (1973) con Alberto Dell’Acqua.

    Zorro nell’indimenticabile serie tv

    Tuttavia, un grandissimo contributo all’esaltazione della figura dell’abile spadaccino, lo si deve alla televisione. In particolare, grazie alla ‘gloriosa’ serie televisiva prodotta in America nel 1957, ed intepretata dallo statuario Guy Williams (poi giunta da noi nel 1966, e replicata fino ai giorni nostri), dove accanto alla figura del bello e rassicurante ‘dandy’ Don Diego de la Vega, compariva il fedele e scaltro servitore – muto – Bernardo, ed il maldestro e bonario tenente Garcia, portato più alla buona tavola che al rispetto della legge.
    Sempre in ambito televisivo, ad ‘educare’ i più piccoli, anche i 52 episodi dei cartoni animati del 1994 (con la puntuale sigla cantata da Cristina D’Avena), anche questi più volte replicati.
    Cosa altro aggiungere? Auguri Zorro per questo bellissimo secolo di emozioni ed avventure, e grazie per averci divertito…
    Max