Calcio e inclusione, meeting di stelle dal Papa

Numerose le personalità del mondo del calcio, delle
istituzioni sportive e non solo che si sono riunite intorno al Papa nell’ambito
della iniziativa denominata «Il calcio che amiamo», vale a dire un incontro organizzato
dalla Gazzetta dello Sport insieme al Ministero dell’Università e della ricerca
scientifica, la Federcalcio e la Lega Serie A. Un appuntamento al quale hanno
dato lustro le parole del Papa, che ha incitato tutti a fare del calcio uno
strumento di inclusione, condivisione e amicizia: “Il calcio è un gioco di
squadra: non ci si può divertire da soli. E se vissuto così può fare bene alla
testa e al cuore in una società che esaspera il soggettivismo.”, ha detto il
Papa di fronte alle tante personalità presenti.

Calcio e inclusione, meeting di stelle dal Papa. Dirigenti,
allenatori e star del calcio presenti


I campioni presenti accanto agli organizzatori erano davvero
molti. Insieme al direttore della Gazzetta dello Sport, Andrea Monti, e al
condirettore Stefano Barigelli, era presente ad esempio il commissario tecnico
della nazionale azzurra Roberto Mancini, e, con lui, a dare lustro sulla scia
della sua altrettanto prestigiosa carriera, l’ex campione del Milan e della
Nazionale Franco Baresi. A nome di tutte le istituzioni sportive, c’era anche
il presidente del Coni Giovanni Malagò e come numero uno del calcio italiano c’era
il leader della Lega Serie A, Gaetano Micciché. «Divertitevi e abbiate passione
per il calcio, che è una cosa meravigliosa», ha detto mister Mancini. Presente
anche il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti,  il noto tecnico ex Milan e nazionale Arrigo
Sacchi, il campione del Milan Clarence Seedorf (oggi c.t. del Camerun), il noto
calciatore Gianluca Pessotto (team manager della Primavera della Juventus) e la
celebre calciatrice Carolina Morace, che ha allenato il Milan Femminile. «Nel
corso della mia carriera ho condiviso lo spogliatoio con tantissimi giocatori,
ma non potevo essere amico di tutti – ha detto Seedorf -. In campo, però,
eravamo come fratelli. Perché c’era rispetto e c’era educazione. Il risultato
porta benefici a tutti: non solo con il risultato sportivo, ma anche con la
possibilità di competere assieme». Erano presenti anche l’allenatore della Roma
Claudio Ranieri, l’ex interista Samuel Eto’o, il vicepresidente dell’Inter e ex
campione Javier Zanetti. Ha detto Ranieri: «Nello sport c’è rivalità, non
razzismo. Ma c’è anche il cretino di turno, che vuole offendere chi è diverso
da lui, senza accorgersi che il diverso è proprio lui»