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Caos nucleare, sanzioni, rabbia e ultimatum

La tensione internazionale è a dir poco alle stelle per quella che rappresenta una delle ‘battaglie’ più spinose, controverse e intricate da sciogliersi a livello planetario: si parla di nucleare, e di tutto ciò che questo implica in termini di sicurezza globale, pace, tensione e contrapposizioni da una parte e dall’altra della scacchiera. Ma che cosa sta succedendo?

Scontro aperto tra USA e Iran sul nucleare. E anche la Cina critica gli americani

E’ una situazione senza dubbio tesa e preoccupante quella che lega a doppia mandata Usa da un lato e Iran dall’altro e, nel mezzo, fa frapporre un altro gigante, la Cina. Non sono passate che ore, tutto sommato, dagli importanti delicati incontri avuti da Trump a livello di diplomazia internazionale per provare a solcare il terreno, ancorché spinoso, delle negoziazioni e dei tentativi di armonia tra gli Stati Uniti d’America e alcune delle potenze mondiali che (come Corea del Nord e Cina, appunto) rappresentano nodi complessi, ed ecco che la vicenda Iran tocca nuovi lidi di preoccupazioni.

Quello a cui si assiste è una sorta di aut-aut reciproco. Nessuno dei due, Tra USA e Iran, sul nucleare, vuol cedere. L’Iran si inalbera, tra sanzioni e ultimatum. Gli Usa si irrigidiscono, e la Cina condanna il  “bullismo Usa“.

La pazienza dell’Iran sul nucleare ”si sta esaurendo, di giorno in giorno”, dice infatti il primo vice presidente iraniano Eshaq Jahangiri, per poi fare una importante precisazione.

Vale a dire che la Repubblica Islamica “è rimasta nell’accordo nucleare un anno dopo il ritiro degli Stati Uniti” e in questo periodo ha avuto ”colloqui con Cina, Russia e altri Paesi della regione”.

Aggiornamento ore 06.05

Il caos internazionale è ormai evidente. Sul nucleare si discute, si litiga, di rischia. Da un lato ci sono le sanzioni e dall’altro l’annuncio dello sforamento della soglia del 3,67 per cento di arricchimento dell’uranio imposto al Paese a seguito del noto accordo stretto nel 2015 con il gruppo Cinque più Uno – formato da Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania – che rappresentava uno snodo in qualche modo epocale.

Di conseguenza, Usa e Iran se le ‘danno’ di santa ragione dal punto di vista dialettico, diplomatico, politico e non solo. Si tratta di un vero braccio di ferro tra Donald Trump e l’Iran di Hassan Rouhani.

Nel mentre, l’Europa e le altre potenze mondiale vagliano la situazione, studiano il da farsi. E la situazione non piace all’Iran, usando un eufemismo. Infatti, il portavoce dell’Organizzazione iraniana dell’energia atomica, Behrouz Kamalvandi, sostiene come gli europei dovrebbero agire e anche in tempi rapidi dal momento che, senza adeguate misure di tutela, la Repubblica islamica continuerà a ridurre i propri impegni derivanti dall’accordo del 2015.

Il primo step potrebbe portare l’Iran all’arricchimento dell’uranio al 20%, se gli europei non si muoveranno sensibilmente verso la scelta di contrastare le sanzioni Usa entro la scadenza del nuovo ultimatum di 60 giorni già da tempo comunicato dalla Repubblica Islamica. A ribadirlo è stato il portavoce Behrouz Kamalvandi.

Aggiornamento ore 09.40

Una posizione netta, sul tema, l’ha presa, sembra, la Cina. Situazione figlia del bullismo americano” dice Pechino. La Cina esprime però, nello stesso tempo, un netto rammarico per la scelta dell’Iran di superare i limiti dell’arricchimento dell’uranio indicati dall’accordo sul nucleare di Vienna del luglio 2015 e in tal senso incoraggia le parti ad agire con “moderazione”.

Lo dichiara il portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino, Geng Shuang. Nello stesso tempo, la Cina denuncia quello che definisce come “bullismo” degli Stati Uniti che, secondo il governo di Pechino, è poi di fatto la vera causa dell’attuale crisi con l’Iran.

“La massima pressione degli Stati Uniti sull’Iran è la fonte della crisi nucleare iraniana”, ha detto Shuang. L’Iran persiste nel sottolineare la natura pacifica del suo programma nucleare.

La decisione di arricchire l’uranio sopra i livelli “consentiti dall’accordo internazionale sul nucleare iraniano è motivata dalle nostre esigenze di sviluppo economico” e gli obiettivi sono “assolutamente pacifici“, ha pubblicato su Twitter il portavoce del governo di Teheran, Ali Rabiei. Il messaggio si riferisce poi alle indicazioni della Guida Suprema, l’ayatollah Ali Khamenei a cui spetta l’ultima parola nelle scelte strategiche della Repubblica Islamica.

“La fatwa della Guida Suprema contro ogni forma di arma di distruzione di massa è la nostra guida per evitare la fabbricazione di armi nucleari nel mondo e nella regione”, afferma Rabiei.

Aggiornamento ore 12.43