ESTERI

Corea del Nord, prove di guerra

La Corea del Nord è pronta a inviare militari al confine con il Sud, una zona smilitarizzata dagli accordi inter-coreani del 2018. Le truppe verranno riposizionate nel parco industriale della città di Kaesong e sulle montagne di Kumgang, nella costa orientale. Entrambe zone di (ex) cooperazione tra le Coree. Lo hanno annunciato i media ufficiali il giorno dopo dell’abbattimento del Liaison Office inter-coreano, l’ufficio di collegamento tra le due Coree a Kaesong, poco sopra al 38° Parallelo.

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Era il primo esempio di comunicazione costante tra i due paesi dall’inizio della Guerra coreana del 1950-1953, un simbolo del dialogo fra le due paesi.

La KCNA (Korean Central News Agency), l’agenzia di stampa del regime nordcoreano, ha reso noto che Kim Yo-jong, l’influente sorella del leader Kim Jong-un, ha rifiutato l’offerta della Corea del Sud di inviare una delegazione per provare a ricomporre il dialogo bilaterale. Per il momento Pyongyang non ne vuole sapere.

La risposta di Seul

Seul teme un progressivo aumento di violenza dopo due anni di disgelo tra i paesi. In una nota il ministero dell’Unificazione della Corea del Sud ha chiesto ”con urgenza di evitare che la situazione peggiori ulteriormente” e ha espresso “profondo rammarico” per il deterioramento dei rapporti. Questa mattina Kim Yeon-chul, il titolare di quel ministero, si è dimesso, assumendosi la responsabilità per il fallimento del dialogo con Pyongyang.

Più pesante nelle dichiarazioni Jeon Dong-jin, il direttore delle operazioni degli Stati Maggiori di Seul, che minaccia il Nord: “Pagherete un prezzo se agirete in questo modo”.

Anche gli Stati Uniti, storici alleati della Corea del Sud, “sostengono pienamente gli sforzi di Seul” a favore delle relazioni inter-coreane. Così ha detto un portavoce del Dipartimento di Stato Usa, invitando la Corea del Nord “ad astenersi da qualsiasi nuovo atto controproducente”.

Mario Bonito