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Covid, “Distribuzione sia universale, superiamo la logica del nazionalismo vaccinale” chiede il Vaticano

Ha destato stupore ed amarezza apprendere che, a differenza di quelli più modernizzati e benestanti, paesi poveri come l’Africa, siano costretti a pagare i vaccini molto di più. Purtroppo questi sono gli effetti dell’indegno ‘mercato globale’ il quale, a dispetto dell’etica morale, fa del cinismo e del profitto i suoi temi ispiratori.

Una situazione come dicevamo vergognosa, rispetto alla quale non poteva non esprimere il proprio disappunto il Vaticano.

Mons. Paglia: “Troppo antagonismo e competizione, e il rischio di forti ingiustizie”

Nello specifico è stato Monsignor Paglia, presidente della  Pontificia Accademia per la Vita, ad imbracciare la causa, lanciando un accorato appello rivolto ai paesi più industrializzati: “Di fronte ai gravissimi problemi che si stanno presentando in ordine alla produzione ed alla distribuzione del vaccino per il Covid – ha esordito l’alto prelato – la Pontificia Accademia per la Vita ribadisce con forza l’urgenza di individuare opportuni sistemi per la trasparenza e la collaborazione. C’è troppo antagonismo e competizione e il rischio di forti ingiustizie”.

Mons. Paglia: “Il Papa ha chiesto la vaccinazione per più vulnerabili e bisognosi”

Monsignor Paglia ha inoltre tenuto e rimarcare che “Papa Francesco già nel Messaggio Urbi et Orbi, nel giorno di Natale, aveva rivolto una richiesta pressante: ‘Chiedo a tutti: ai responsabili degli Stati, alle imprese, agli organismi internazionali, di promuovere la cooperazione e non la concorrenza, e di cercare una soluzione per tutti: vaccini per tutti, specialmente per i più vulnerabili e bisognosi di tutte le regioni del Pianeta. Al primo posto, i più vulnerabili e bisognosi!’”. Dunque, ha aggiunto, “Queste parole richiedono un ascolto responsabile da parte di tutti, della comunità cristiana, dei credenti, di tutti gli uomini e donne di buona volontà”.

Mons. Paglia: “Chiediamo di superare la logica del ‘nazionalismo vaccinale’”

C’è da aggiungere che, lo scorso 29 dicembre, d’intesa con il Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale, la  Pontificia Accademia per la Vita, ha stilato uno specifico documento intitolato all’importanza della vaccinazione, definendolo un bene comune per tutti, nessun escluso. Tra l’altro, ricorda Mons. Paglia, ”Si chiedeva, tra l’altro, di superare la logica del ‘nazionalismo vaccinale’, intesa come tentativo dei diversi Stati di avere il proprio vaccino in tempi più rapidi, procurandosi comunque per primi la quantità necessaria per i propri abitanti“.

Mons. Paglia: “Urge un accordo per mantenere il prezzo calmierato anche in futuro”

Per questo motivo la Pontificia Accademia per la Vita ha deciso di scendere in campo, per contribuire alla realizzazione di “accordi internazionali per gestire i brevetti in modo da favorire l’accesso di tutti al prodotto ed evitare possibili cortocircuiti commerciali, anche per mantenere il prezzo calmierato pure in futuro”.

Mons. Paglia: “Prevalga il principio di sussidiarietà, produciamo nelle aree meno agiate”

Come spiega infatti il presidente, “La produzione industriale del vaccino dovrebbe diventare una operazione collaborativa tra Stati, imprese farmaceutiche e altre organizzazioni in modo che possa essere simultaneamente realizzata in diverse zone del mondo. E una occasione straordinaria per un nuovo futuro più solidale. Questo è stato possibile – almeno in parte – per la ricerca”. Dunque, ha poi concluso Mons. Paglia, “Con lo stesso spirito si deve avviare una sinergia positiva valorizzando gli impianti di produzione e distribuzione disponibili nelle diverse aree in cui i vaccini verranno somministrati, sulla base del principio di sussidiarietà”.

Max