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Di Maio, Grillo, Fico, Di Battista: intese per ricucire

Prime delle decisive ore del voto che, sulla piattaforma Rousseau, porterà a deliberare in merito alla preservazione di Luigi Di Maio nel ruolo di leader politico dei grillini o viceversa al suo allontanamento a seconda di quello che dirà la base degli iscritti, i vari leader del M5S si sono visti o, comunque, parlati, nelle febbrili ore in cui si è provato a ricostruire una base da cui ricucire strappi e distanze nell’attesa, appunto, che la ‘base’ si esprima sulla leadership.

La ricostruzione invocata da Luigi Di Maio non può che partire da una fiducia certa sulla guida politica. Ecco perchè il vice premier ha deciso si invocare la votazione online degli iscritti, malgrado una buona fetta dell’Assemblea grillina che si è radunata prima del voto è emersa la richiesta di rinunciarvi, dal momento che, come avrebbe detto la deputata Emanuela Corda, Di Maio ha già la fiducia dell’assemblea. ”

Di Maio tira dritto, i vertici lo seguono, la base vota. Ore chiave nel Movimento

.”Se oggi vengo riconfermato non restiamo fermi, dobbiamo cambiare delle cose. Dobbiamo avviare una nuova organizzazione. Il M5S non perde mai, o vince o impara, io la vedo così, questa è la nostra storia e da qui dobbiamo ripartire”, ha detto Di Maio ai suoi. Come emerso subito, a difenderlo in prima battuta c’è stato Beppe Grillo: “Luigi deve andare avanti”, ha detto il fondatore del movimento.

Aggiornamento ore 07,49

“Il problema non è Luigi, ma siamo tutti e dobbiamo lavorare insieme. Serve più lavoro sul territorio”, ha dichiarato Roberto Fico nel corso degli incontri dei vertici del Movimento Cinque Stelle a cui ha preso parte per la prima volta dall’avvenuta nomina istituzionale. Fico considera quasi scontata la votazione online. “E’ da vecchia politica mettere in discussione il capo politico dopo una sconfitta dopo le prime elezioni”, ha chiarito Fico. “Vogliamo provare a diventare un partito politico classico oppure vogliamo provare a fare il Movimento 5 stelle, che è molto più difficile? Non ho soluzioni, penso che dobbiamo trovare una via”.

Tuttavia il presidente della Camera ha sottolineato i dubbi sull’attuale natura del M5S. “Se io devo dirvi oggi che cosa siamo, se devo fare una radiografia di questo Movimento, la mia risposta è che non lo so. Non lo so più che cos’è questo Movimento. Se fossi fuori dal Movimento, lo potrei votare questo Movimento se non comprendo che cosa è? Quali sono i nostri valori e i nostri principi?”.

E le stoccate di Fico non sono finite: “Oggi dobbiamo mettere una linea di demarcazione sulle cose che non vanno – ha detto Fico – Le dobbiamo risolvere e ce le dobbiamo dire. Dobbiamo dirci tante cose. Possiamo dirci che in questo anno tante scelte sono state scelte dettate da un’idea di comunicazione malata, che non corrisponde ai nostri valori. Se la comunicazione si mangia la politica, si è mangiata tutto. E anche noi stessi. Su tante questioni abbiamo guardato prima un sondaggio, siamo caduti negli errori fatti dagli altri partiti”.

Aggiornamento ore 11.12

Tra i presenti alla riunione interna, c’era anche il futuro leader, Alessandro Di Battista il quale si è subito rivolto all’amico di sempre Luigi Di Maio: “Luigi ti chiedo scusa per non aver fatto abbastanza in questi mesi per aiutarti”. Poi ha parlato del suo ritorno in politica: “Io penso di candidarmi tra 4 anni. Il prossimo giro penso di candidarmi”.

Quando al collega di governo, il vero vincitore delle elezioni Europee ovvero Matteo Salvini, Di Battista ha detto: “Io non posso pensare che Salvini che ha vinto le elezioni, che è il leader del principale partito oggi in Italia, possa mandare tutto a carte quarantotto con la lettera che gli manda Bruxelles e con le problematiche della futura legge di Bilancio per difendere un sottosegretario eventualmente condannato per peculato”, ha chiarito, sottolineando il caso del sottosegretario leghista Edoardo Rixi. Se condannato si deve dimettere? “Non solo lo prevede il contratto ma la morale comune”.

E poi, c’è il senatore Gianluigi Paragone, che dopo le bordate, parla a Di Maio: “Sono stato frainteso, hai ancora fiducia in me?”. Davide Casaleggio, invece esalta Di Maio per la sua chiamata al voto sulla Rousseau: “Dimostra non solo grande coraggio ma anche coerenza con i principi del Movimento fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio”.

Aggiornamento 13,55

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