Home POLITICA Di Maio, ore decisive per il suo futuro da leader

Di Maio, ore decisive per il suo futuro da leader

Si vota la fiducia a Di Maio: sulla piattaforma Rousseau la base grillina è chiamata a decidere se vuole o meno ancora Luigi Di Maio come leader del M5S. Dubbi, incertezze, e una imminente risposta degli iscritti: il futuro di Luigi Di Maio quale capo politico del Movimento Cinque Stelle passa dai voti di preferenza (o meno) che arriveranno dalla Rousseau. Un futuro che verrà scritto quest’oggi: quando tutti gli iscritti grillini potranno accedere alla piattaforma Rousseau per stabilire se il capo politico grillino sarà ancora lui.

Di Maio si è rimesso alla volontà popolare ieri: chiedendo che gli venga riconcessa la fiducia. “Non sono mai scappato dai miei doveri e se c’è qualcosa da cambiare nel Movimento lo faremo. Chiedo di mettere al voto degli iscritti su Rousseau il mio ruolo di capo politico, perché è giusto che siate voi ad esprimervi. Gli unici a cui devo rendere conto del mio operato”.

Ore cruciali per il futuro di Luigi di Maio come leader del Movimento Cinque stelle

Ai pentastellati dunque, si chiede: ‘Confermi Luigi Di Maio come capo politico del Movimento 5 Stelle?’. Gli iscritti a Rousseau possono votare dalle 10 alle 20. Per molti, ad ogni buon conto, il voto online appare tuttavia scontato. In moltissimi, tanto per dire, hanno già difeso a spada tratta Luigi Di Maio.

In primis lo ha fatto a il guru del Movimento, Beppe Grillo: “Deve continuare la sua battaglia”, e come lui si è espresso Davide Casaleggio. Assensi, in tal senso, anche dalla sindaca di Torino Chiara Appendino e il sottosegretario all’Interno, Carlo Sibilia.

Aggiornamento ore 07.31

Sono molti i deputati pro Di Maio. Ma non solo tra i cinquestelle. Anzi: a dirla tutta, tra le personalità dell’universo politico italiano che si sono spesi per lui, c’è anche il collega e vice premier Matteo Salvini. “Capisco le ore e i giorni che stanno vivendo gli amici dei Cinquestelle, quindi non mi permetto di commentare le scelte altrui”, ha detto Salvini ai giornalisti. Come emerge, per Salvini, importa”che non passi la linea Di Battista e che dal M5S la smettono di attaccare e dire no”.

Intanto, nelle stesse ore, si è presa la scena l’assemblea congiunta dei parlamentari pentastellati: lì Di Maio ha comunicato l’intenzione (e a suo dire l’urgenza) di una riorganizzazione del Movimento. E per riorganizzare, appunto, non si può non partire dalla fiducia nel capo politico. Viceversa, ne andrebbe scelto uno nuovo. “Negli ultimi due giorni mi sono sentito dire di tutto. A me non me ne frega nulla della poltrona Non sto attaccato al ruolo di capo politico, ci ho sempre messo la faccia e continuerò a mettercela. Molti pensano sia bello stare in prima linea, ma il punto è che quando va tutto bene e vinciamo il merito è di tutti, giustamente, il problema è che se si perde prendo schiaffi solo io”, ha detto Di Maio.

Aggiornamento ore 10,59

Sono ore vibranti, decisive per il leader del movimento Cinque Stelle Luigi Di Maio, o almeno per quello che è attualmente e, stando a diverse previsioni, dovrebbe continuare ad essere il capo politico dei grillini. In queste ore si sta votando per riaffermarlo, o meno, come numero uno dei pentastellati e, nel mischione delle idee e delle posizioni si elevano diverse voci, diverse opinioni. A alzare il vespaio, una sorta di lunga maratona pre voto, da cui sono emerse diverse posizioni. Dice Fico, ad esempio: “Ci sono cose che non vanno anche per una comunicazione malata”.

A dare una grossa mano di fiducia a Di Maio ci pensa l’amico di sempre, Di Battista: “Ti chiedo scusa per non averti aiutato”. E poi, la dichiarazione esplicita: “Tra 4 anni mi candido”. Nel complesso, comunque, emerge un quadro interno, in seno ai vertici (e che dovrebbe di fatto poi anticipare quelli che potrebbero essere i verdetti della base) di sostanziale fiducia confermata al leader. Su di lui, dunque, non cadrà la scure della batosta elettorale. O almeno non in questa forma.

Ad ogni modo i gruppi M5s di Camera e Senato si sono riuniti senza gli staff della comunicazione alla vigilia del voto chiesto da Luigi Di Maio. C’era per la prima volta dall’elezione a presidente della Camera, anche Roberto Fico. Un meeting, dal quale emergerebbero le critiche Luigi Di Maio ai suoi: “Mi avete lasciato solo”

Aggiornamento ore 13.10