In realtà era già più che un’ipotesi sin dall’annuncio della scoperta del primo vaccino anti-Covid. Ad esempio, lo stesso ‘bugiardino’, in questo caso Biontech-Pfizer – che firmiamo la momento della vaccinazione – tra le ‘altre cose’, contempla l’eventualità di un richiamo entro 7 anni.
Dunque, tiene ad anticipare sin da ora Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia (Siv-Isv): “Non dobbiamo pensare che la campagna vaccinale in corso chiuderà la partita. L’immunizzazione non finisce qui con un solo round: siccome il virus tornerà alla carica in autunno, dovremo far trovare almeno tutte le categorie più a rischio, anziani e fragili e chiunque altro lo vorrà, protetti con una terza dose di vaccino. Possibilmente con un prodotto rimodulato in base alle nuove varianti di Sars-CoV-2”.
Dunque il ‘decano dei virologi esorta spiegando che “dobbiamo pensarci adesso, subito, e organizzarci di conseguenza. Non possiamo farci trovare impreparati come è successo l’autunno scorso con l’influenza, quando volevamo i vaccini e non li avevamo”.
Anche perché, rimarca Caruso, “Non sappiamo con certezza quanto durerà la protezione conferita dalla vaccinazione in corso. Il virus tornerà con nuove ondate e il richiamo si rende necessario. La vaccinazione anti-Covid dunque non può finire con questa campagna, ma deve andare avanti in autunno e in inverno. L’importante – ribadisce quindi concedendo – è pensarci in tempo, organizzarci fin da ora ed arrivare pronti”.
Max