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Librandi Vs L’Espresso: “Mai offeso i finanzieri con ‘leghisti di m…'”

Ormai fra Gianfranco Librandi, deputato di Italia Viva, e ‘L’Espresso‘ è ‘guerra aperta’. Stando a quanto riportato dal noto settimanale (che lo pubblicherà domenica prossima), nel corso di un accertamento fiscale che la Gdf avrebbe effettuato lo scorso 24 luglio presso la ‘Tci Telecomunicazioni’ (sua società), il deputato avrebbe espresso frasi come “Sono un onorevole, un intoccabile’, ‘siete morti’, ‘leghista di merda’”. Frasi gravissime che, scrive L’Espresso, i militi avrebbero addirittura “trascritte in alcune relazioni di servizio“. “Secondo i finanzieri – scrive ancora L’Espresso nella sua anticipazione – Librandi avrebbe sostenuto che lui è un deputato e un imprenditore che ‘lavora, non come voi che non fate un cazzo dalla mattina alla sera. Pago le tasse e quindi anche il vostro stipendio’. Poi ha insultato chi comandava l’operazione: ‘Sarà un leghista di merda’. E, dopo essersi definito un ‘intoccabile’, l’ex Pd ha annunciato che uno dei militari non avrebbe più percepito la pensione. Salutando i finanzieri che facevano il loro lavoro con un definitivo: ‘Siete morti'”
Ma già in passato il settimanale ‘si era occupato’ del deputato, indicando che si tratta del “più munifico tra i tanti finanziatori della fondazione Open, l’ente renziano su cui sta indagando la procura di Firenze. Una segnalazione sospetta di Bankitalia sui conti correnti di Open segnala infatti come Librandi tra febbraio 2017 e giugno 2018 abbia donato ben 800 mila euro all’organismo un tempo guidato da Alberto Bianchi. Ricchi bonifici emessi attraverso la Tci, proprio l’azienda al centro della verifica fiscale che risulta ancora in corso”.

“La Gdf non ha trovato nulla di irregolare”

Raggiunto dall’agenzia di stampa AdnKronos, Librandi ha negato l’episodio, aggiungendo di ricordarsi bene quel giorno: “Mi ricordo, mi ricordo benissimo la visita della Guarda di Finanza ma questa storia dei ‘leghisti di m…’ non esiste proprio – ribatte il deputato di Italia Viva – E’ tutta fantasia e ovviamente agirò in giudizio perché questa è diffamazione“. Inoltre, tiene a sottolineare, “le operazioni dell’azienda risultarono tutte regolari”. Quanto all’accertamento che i finanzieri estesero ad alcuni suoi immobili, Librandi risponde che “Sì, ho comprato degli immobili, un’operazione per rinforzare la mia azienda e continuare a lavorare negli anni. Operazioni regolari, pagate con conti regolari anche se esteri. Invece leggo una ricostruzione tesa a dipingermi come un evasore. La mia è un’azienda seria che paga le tasse“. Ad ogni modo, dice, ciò che non gli sta bene è che avrebbe offeso i militi nel corso dell’ispezione nella sua azienda: “Tutta fantasia ed è una cosa che va assolutamente chiarita”. Intanto domenica prossima ‘L’Espresso’ uscirà in edicola. la sensazione è che la vicenda continuerà…
Max