MESSINA, NUOVO GUASTO ALLA RETE IDRICA

Permanente lo stato di emergenza idrica per la città di Messina, da diverse settimane in crisi a causa di un’improvvisa penuria d’acqua.

Il bypass, realizzato pochi giorni fa per far fronte all’emergenza e collegante la condotta idrica di Fiumefreddo all’acquedotto di Alcantara, ha infatti, come comunicato dal Capo del Genio Civile Leonardo Santoro, subito un guasto. L’intervento consentiva di far arrivare al capoluogo peloritano circa 300 litri d’acqua al secondo, portata corrispondente a un terzo del fabbisogno cittadino ma sufficiente perlomeno ad arginare il disagio dovuto alla situazione critica. Il manager dell’Amam (Azienda Meridionale Acque Messina) Luigi La Rosa aveva dichiarato: “C’è una nuova frana da monte che sta arrivando, nel frattempo dovremmo riuscire ad attivare il bypass dell’Alcantara in giornata”. Il cedimento avvenuto, però, nel territorio di Forza d’Agrò riporta gli abitanti di Messina e dintorni a temere nuovamente il peggio dopo lunghe settimane di sofferenza.

Il 2 novembre la prefettura aveva dichiarato terminata la crisi idrica, pur sollecitando un intervento per rendere più sicura la condotta. Il giorno dopo, però, una frana, accentuata dal maltempo dei giorni passati, aveva investito la condotta che porta acqua nel Comune di Calatabiano, provocandone una fuoriuscita dal sistema di drenaggio con conseguente avvallamento del terreno. Per questo motivo era stato necessario interrompere l’erogazione. I tecnici dell’Amam erano prontamente intervenuti sul posto per risolvere il problema. Il giorno stesso, la prefettura aveva riunito, alle ore 11, l’unità di crisi.

48 ore dopo l’Esercito, con 5 autobotti da 8.000 litri, stava già lavorando nella parte alta della città, la più difficile da servire tramite erogazione diretta per ragioni di natura orografica. Il pronto intervento dei militari aveva permesso la prosecuzione della normale attività didattica in due scuole, il Liceo Artistico Statale “E. Basile” e l’Istituto Comprensivo “San Francesco di Paola”. L’Istituto Antoniano di Cristo Re, che si occupa della distribuzione di pasti per i poveri e dell’assistenza di famiglie bisognose, aveva potuto garantire, grazie alla disponibilità di acqua accumulata durante il mattino, il funzionamento della mensa e del servizio docce. Questi, come indicato dalla Prefettura, i quartieri interessati: Cep, Minissale, Annunziata Alta (contrada Citola, contrada Sorba), Castane, Giostra, Villa Lina, Santa Chiara, Villaggio Svizzero, San Licandro (zona alta), Giampilieri, Zafferia (contrada Macchia), Santa Lucia sopra Contesse (zona alta), Istituto Ortopedico Scalabrino, Masse (San Giorgio, Santa Lucia, San Nicola), Faro Superiore (Luvarazzi), Torre Faro, Ganzirri. Intanto lo stesso Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Gian Luca Galletti, rispondendo alla Camera al quesito dell’on. Dell’Uva, aveva dichiarato: “Attualmente l’accordo di Programma”, siglato col Ministero dell’Ambiente per la regione Sicilia, “prevede 220 interventi per oltre 350 milioni di euro. In particolare, per l’area della provincia di Messina sono complessivamente previsti 109 interventi per un importo di 201,89 milioni di euro, dei quali 29 risultano ultimati per oltre 40,7 milioni di euro (come deducibile dal sistema Rendis-Web di ISPRA)”. “Sull’evento franoso del 24 ottobre scorso che ha danneggiato la condotta idrica che rifornisce il Comune di Messina, rimasto senza acqua per vari giorni e come sappiamo ancora oggi in emergenza”, aveva poi spiegato Galletti, “si segnala che il Ministero era già intervenuto nel Comune di Calatabiano con un intervento di regimazione idraulica e consolidamento dei versanti Lapide – Pasteria, dall’importo di 250.000 euro, finanziato con l’Accordo di Programma 2010”.

Nel frattempo, allo scopo di fronteggiare la situazione ancora molto instabile, il governo nazionale, le autorità locali, la Protezione Civile e la Prefettura continuano a prestare soccorso agli abitanti del messinese, in modo da riportare la fornitura di acqua a regime. La Siciliacque, società che gestisce l’acquedotto dell’Alcantara, è intenta a trovare una soluzione al problema. In ogni caso, ora, Messina può comunque contare sulle navi cisterna, sulle numerose autobotti e sull’acquedotto della Santissima, capace, però, di garantire una portata di soli 200 litri al secondo a fronte di un’esigenza di 970 litri al secondo. Il Consiglio dei ministri dichiara lo stato di emergenza per la città siciliana.

Martina De Vito