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Mosca, silente sul razzo russo contro l’ospedale oncologico di Chernihiv, condanna il raid su Belgorod, che “influirà’ sui negoziati di pace”

La ragione e l’umanità sono le prime vittime della diabolica dinamica che anima le menti di chi oppone le armi alla ragione.

Si perde il senso della misura, del decoro, e l’istinto torna a farla da padrone, proiettandoci a ritroso in epoche oramai lontanissime.

Dunque la guerra altro non è che una vorticosa spirale di odio e vendetta dove, se io subisco uno, tu devi pagare per due.

Mentre un razzo centrava l’ospedale oncologico di Chernihiv, un raid aereo distruggeva un deposito di carburante a Belgorod, in Russia

Così oggi, come nulla fosse, un razzo esploso dalle truppe russe di occupazione in Ucraina, ha centrato in pieno l’ospedale oncologico della città di Chernihiv.

Un gesto a dir poco vile, assolutamente inutile e, anzi, in un contesto bellico (laddove come dicevamo, è l’odio a farla da padrone), addirittura meritorio di un’adeguata risposta.

Nel frattempo però, come una guerra notoriamente comporta, anche la parte opposta è destinata a dove subire danni. Così, nella città russa di Belgorod, a pochi chilometri a nord del confine con l’Ucraina, ha avuto luogo un raid aereo che mandato in fiamme otto serbatoi di petrolio, probabilmente deputati a rifornire le truppe di occupazione russe in Ucraina.

Tale è stata la dimensione dell’inferno di fuoco scaturitone che, scrive l’agenzia di stampa Civita ‘Tass’, per riuscire a domare le fiamme – che sprigionavano un fume denso ed acre – ci sono voluti ben 170 uomini e 50 mezzi.

Ad ogni modo, ha poi riferito Rosneft (società che gestisce la struttura), il mega deposito di carburante è fortunatamente evacuato rapidamente, così da non far registrare nessuna vittima.

Mosca, silente sul razzo russo contro l’ospedale oncologico, condanna il raid su Belgorod, che “influirà’ sui negoziati di pace”

Ora accade – qui il paradosso – che Mosca, silente sull’attacco all’ospedale oncologico ucraino, abbia invece reagito malamente al raid su Belgorod, accusando Kiev dell’attacco aereo che, a suo dire “non crea le condizioni favorevoli ai negoziati d pace”, tra i due Paesi.

Tanto è che il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, si è subito affrettato ad avvertire la stampa che “ovviamente il presidente Vladimir Putin è stato informato”. Come dire: ora sono cavoli vostri!

Una reazione ‘ridicola’ che, ancora una volta mette in risalto, a danno dell’intero popolo russo (incolpevole), l’arroganza e la presunzione di un manipolo di disonesti oligarchi, affamati di soldi e di potere…

Max