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Salvini a Vittoria: prima le lacrime e poi la rabbia

Saputo del suo imminente arrivo nel piccolo centro siciliano, all’uscita del palazzo comunale di Vittoria, ad attenderlo c’erano un centinaio di attivisti i quali, dopo averlo tacciato di “sciacallaggio”, hanno dato vita ad un flash mob silenzioso di protesta. Tra i cartelli con su scritto ‘Il dolore non è propaganda‘, spunta Andrea Gentile – ideatore del ‘comitato di accoglienza di Salvini’ – il quale tiene a denunciare che “non si fa propaganda sul dolore di due genitori, non si fa sciacallaggio mentre ci sono 150 persone ancora in mare. Non è consentito sentir dire che lei vuole prender i ‘pieni poteri’ come Mussolini”.
Quello che i suoi detrattori definiscono un atto di sciacallaggio, per Salvini significava invece una visita di solidarietà. Il ministro dell’Interno ha infatti voluto incontrare le famiglie dei due cuginetti, falciati a morte da un suv poi fuggito.
Ed infatti prima di imbarcarsi, ai giornalisti il leghista aveva detto “Vado da papà e non da ministro“. L’incontro c’è stato ed è stato abbastanza forte. Il ministro ha donato ai genitori di Simone ed Alessio una medaglietta sacra della Madonna di Medjugorie, e promettendo loro che “ci sentiremo ogni settimana“.
Una visita privata poi divenuta pubblica in virtù della ressa mediatica scatenatasi. Salvini, in lacrime, ha quindi chiesto qualche minuto ai cronisti per riprendere fiato. Poi si è concesso ai microfoni spiegando “Spero solo che questo doppio sacrificio svegli la comunità, perché qui c’è una connivenza, una omertà, una paura, un silenzio che ho trovato in poche altre zone di Italia. Sono stato a Locri, a Corleone ma non ho trovato questi silenzi – ha affermato il ministro dell’Interno – bisogna dare coraggio a chi rispetta le regole. Me ne occuperò appena torno al ministero. Qua c’è da portare via pure le ultime mutande a questi delinquenti. Se non reagisce la comunità, non servono neppure 500 poliziotti in più. Ma se poi per paura gli appalti li dai a questi delinquenti, come i trasporti e i funerali, non serve. Ma ho dato la mia parola ai genitori di Alessio e Simone che ci sentiremo ogni settimana e che verrò spesso a Vittoria. Tornerò con in dote forze dell’ordine ma nella coscienza delle persone non posso entrare”.
Max