Quella di Page 3 era una pubblicazione tradizionale, nata nel 1970, che ha tenuto compagnia agli inglesi per più di 44 anni. The Sun, infatti, era diventato celebre proprio grazie a quella pagina, e in Gran Bretagna sono circa due milioni i cittadini che comprano ogni giorno il giornale per la cronaca, l’attualità, il gossip e gli scandali.
Ma la pagina 3 è sempre stata oggetto di proteste che la consideravano sessista e discriminatoria, anche da parte di esponenti del mondo politico. Nel settembre 2012, Lucy Anne Holmes aveva creato la campagna No More Page 3 lanciandola contro il direttore del tabloid affinché smettesse di condizionare i lettori a vedere le donne come oggetti sessuali, attirando più di 215.000 firmatari nella petizione online. Più di trenta università avevano votato per fermare la vendita del tabloid fino a che non smettesse di pubblicare immagini di donne in topless.
Su Facebook, il gruppo della campagna esulta ringraziando tutti coloro che si sono battuti in questi anni contro la pagina 3. Abbiamo bisogno di ogni voce nella lotta per l’uguaglianza nei media dichiara un portavoce di NMP3.
Tuttavia, quella di oggi è solo una vittoria parziale, perché la Page 3 continuerà a vivere online. Dylan Sharpe, capo delle pubbliche relazioni del Sun, ha dichiarato che sarà possibile vedere Lucy da Londra sul sito web Page3.com, mentre sul numero cartaceo di ieri sono apparse foto in bikini delle attrici Jennifer Metcalfe e Gemma Merna.
Ma i collaboratori di No More Page 3 non si lasciano abbattere e affermano che questa potrebbe essere una notizia storica. Potrebbe essere un enorme passo in avanti nella sfida contro la visione sessista dei media.