POLITICA ITALIANA

Trionfo Lega, Salvini punta su Tav e autonomie

Dopo il successo decretato dalle urne delle Elezioni europee il ministro dell’interno e leader della Lega Matteo Salvini quelli che saranno i prossimi passi e le linee principali attorno alle quali legare le fila dell’agenda di governo. “Su autonomia e Tav ora il mandato è chiaro: fare”, dice Salvini, reduce dalla trionfale risposta delle urne. E, nel contempo, lancia una sfida al’Ue sui conti. Il leader leghista in conferenza stampa chiarisce quello che è il focus delle priorità e anche i termini del suo rapporto con il premier. “Ho sentito Conte, la nostra lealtà non è mai messa in discussione”

Salvini conferma la lealtà al premier Conte

Il giorno dopo i verdetti delle urne la situazione nel quadro politico è molto chiara. Il successo della Lega al 34,3%, è indiscutibile, come anche il distacco non solo rispetto al Pd (al secondo posto col 22,7%) ma in particolare rispetto al Movimento Cinque Stelle, al 17,01 che non può non implicare un incremento del peso specifico della Lega in riferimento agli equilibri in seno al governo. In questa ottica vanno viste le parole di coerenza e di attualità con cui Matteo Salvini si esprime nella conferenza stampa dalla sede leghista di via Bellerio partendo da un elemento: “A Riace e Lampedusa, i due comuni che la sinistra ha scelto come simbolo dell’anti Salvini, la Lega ha vinto con oltre il 30%”. Questo, secondo il ministro dell’Interno e leader del Carroccio, è il simbolo di ciò che il paese ha voluto esprimere attraverso il voto. E di conseguenza, Matteo Salvini corrobora il concetto puntando su un punto focale del programma a cui tiene in particolar modo. “Quella sui migranti sarà la prima battaglia che vinceremo in Europa, la geografia in Europa è cambiata”.

Aggiornamento ore 08.05

 

Matteo Salvini sa quali sono le priorità di governo, ma anche quelli che sono i concetti di coerenza e di fedeltà attorno a cui ha costruito il proprio apporto in seno alla maggioranza. Proprio in relazione alla continuità di governo, Salvini infatti dice: “Non mi interessa il riequilibrio dei poteri interni. Ho sentito il premier Conte, la lealtà della Lega non è in discussione”.

Leggermente diverso, di primo acchito, è stato il giudizio su Di Maio. “Siamo fermi a dei messaggi di ieri notte.”, dice. Ma non ci sono scossoni in arrivo. “Ma nervi saldi, testa alta per quanto riguarda noi, questo è quello che gli italiani ci chiedono”. Dulcis in fundo, il leader della Lega Matteo Salvini conferma le tre strade maestre del programma di governo: “Ridurre le tasse, accelerare su autonomia e infrastrutture”. E aggiunge: “Il voto dimostra che i processi in piazza non appassionano”, tuona, con un riferimento che secondo alcuni si è indirizzato al caso Siri. Giungono poi, in queste ore, voci su un meeting interno all’altra parte della maggioranza di governo. Di Maio avrebbe riunito i suoi. Si vocifera di spina da staccare. Ma Salvini, dallo studio di Porta a Porta, dichiara: “Per staccare la spina aspettiamo quattro anni”. E aggiunge: “Non mi pagano per litigare con Grillo e Di Battista”.

Aggiornamento ore 11,18

Quella di Salvini, nelle dichiarazioni dopo l’esito delle urne Europee è una strada di chiarezza che sembra una sfida all’Europa stessa sul fronte ‘conti’: “È in arrivo una lettera della commissione sull’economia del nostro Paese. Gli italiani danno mandato a me e al governo di ridiscutere in maniera pacata parametri vecchi e superati”, dice. “Sicurezza e tasse: tutto il resto viene dopo”: lo ribadisce di continuo, come anche a Rtl 105.5, il leader della Lega Matteo Salvini.

Il ministro ha chiarito ad esempio come il decreto sicurezza sia “pronto, era pronto già scorsa settimana”. E poi, il tema tasse, che ritorna al centro: “al Paese serve uno choc fiscale. Dobbiamo abbassare le tasse, non tutto a tutti, però l’obiettivo c’è nel contratto di governo, il 15%, serve una cura Trump, una cura Orban, uno choc fiscale positivo per far ripartire il Paese”. Quando al paventato ultimatum a Di Maio, Salvini è chiaro: “30 giorni a Di Maio? No, nessun ultimatum”, dice il vicepremier, dopo aver anche smentito di lavorare al progetto del partito del buonsenso.

“Per il momento c’è la missione enorme di cambiare regole europee, perché è quello che hanno chiesto tutti i popoli europei domenica. Gli equilibri interni e le sorti del partito vengono dopo”. E ancora: “Mi auguro che non ci sia nessuno che mandi letterine”, propone poi il ministro dell’Interno in riferimento alla lettera che la Ue sta per inviare all’Italia per quanto riguarda il debito. “Vi pare che in un momento storico in cui c’è una disoccupazione giovanile del 50% in alcune regioni italiane, in cui dobbiamo assumere in fretta medici e infermieri, da Bruxelles qualcuno in nome di regole del passato ci chieda 3 miliardi di multa e a settembre 20 miliardi di aumento di tasse?”

Aggiornamento ore 17,45