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Elezioni Usa 2020, Mike Pence: “Legge e ordine”. L’Nba si ferma per Jacob Blake

È un’America “law and order” quella che Mike Pence, nel discorso di accettazione della ricandidatura alla vicepresidenza, prospetta per i prossimi quattro anni. Dal palco di Fort McHenry, forte militare a Baltimora, in Maryland, Pence chiude la terza giornata della convention repubblicana. Lo fa partendo, sobriamente, dai successi dell’amministrazione Trump: ripresa economica, sconfitta dell’Isis, grandi vittorie in politica estera. Successi ottenuti prima del Covid-19, il “virus cinese” che ha messo in ginocchio la più grande potenza mondiale. “Ma – assicura il vicepresidente degli Stati Uniti – saremo i primi a sviluppare un vaccino entro la fine dell’anno”.

Poi l’attacco durissimo al rivale democratico Joe Biden, “il cavallo di Troia della sinistra radicale” con cui “l’America non sarà più al sicuro”. Per questo “nessuno toccherà i fondi della polizia – tuona Pence – Né ora, né mai”, ma “garantiremo ovunque legge e ordine, che sia a Portland, a Minneapolis o a Kenosha”.

Le proteste in Wisconsin

Proprio da Kenosha, in Wisconsin, arrivano però le ultime tragiche notizie di un Paese contraddittorio. Dopo la terza notte di proteste per il ferimento di Jacob Blake, il 29enne afroamericano colpito domenica pomeriggio da sette colpi di pistola dall’agente della polizia Rusten Sheskey, è stato arrestato un ragazzo di 17 anni. È accusato di omicidio intenzionale di primo grado per aver ucciso con un fucile semi-automatico due manifestanti e ferito un terzo.

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Lo sport si ferma

Con una decisione storica, ieri sera i giocatori dei Milwaukee Bucks hanno deciso di non scendere in campo in gara 5 dei playoff contro Orlando per protestare contro l’aggressione della polizia ai danni di Blake. Un’iniziativa che ha subito contagiato le altre squadre, provocando l’interruzione del torneo. LeBron James, il campione del Los Angeles Lakers, ci mette la faccia: “Vaffanculo a quest’uomo. Chiediamo un cambiamento, siamo stufi”. Anche Joe Biden, su Twitter, si schiera con il boicottaggio dei Bucks. “Questo momento richiede leadership morale – ha scritto il candidato democratico – e che questi giocatori si alzino, parlino e usino le loro piattaforme sociale per il bene. Non è tempo per il silenzio”.

La protesta dilaga e coinvolge anche altri sport. La tennista giapponese Naomi Osaka boicotta la semifinale del Western e Southern Open. “Prima di essere una atleta – ha twittato sono una donna afroamericana […] Sono stanca di dover fare questo discorso ancora. Quando ne avremo abbastanza?”

Questa sera è previsto l’atto finale della convention repubblicana. Chiuderà la kermesse il presidente Donald Trump. È il discorso più atteso mentre gli States vivono una delle stagione più buie degli ultimi vent’anni. E, come se non bastasse, l’uragano Laura, che fortunatamente sta perdendo forza mentre scriviamo,  si è abbattuto tra Texas e Louisiana.

Mario Bonito