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Joshua Wong è stato condannato a Hong Kong a tredici mesi e mezzo

Il noto attivista Joshua Wong, co-fondatore ed ex segretario generale del movimento pro-democrazia Demosisto, è stato condannato a Hong Kong a tredici mesi e mezzo di carcere per aver organizzato, insieme agli attivisti Agnes Chow e Ivan Lam, una protesta fuori dal comando di polizia della città la notte del 21 giugno 2019. Chow è stata condannata a dieci mesi, Lam a sette.

“Questa condanna non è la fine della battaglia – ha twittato Wong – ora ci uniamo ai tanti combattenti già in carcere, invisibili ma essenziali alla resistenza per la democrazia e per la libertà di Hong Kong”.

È la terza volta che Wong viene arrestato. Con l’introduzione della nuova, discussa e controversa legge sulla sicurezza nazionale, l’attivista avrebbe rischiato fino all’ergastolo se il reato fosse stato commesso prima della sua approvazione. Il reato, però, è stato commesso nel giugno 2019, mentre la legge è stata approvata l’1 luglio 2020 e non ha valore retroattivo.

La legge sulla sicurezza nazionale

La nuova legge sulla sicurezza ha introdotto rilevanti limitazioni all’autonomia di Hong Kong e punisce i reati di “sovversione, secessione, terrorismo e collusione con le forze straniere”. Reati vaghi che imbavagliano il pluralismo della città. Scopo della legge è infatti quello di sedare le proteste che proseguono a Hong Kong dal giugno dell’anno scorso, partite con le richieste di maggiore democrazia e di abolizione della legge sull’estradizione. Per le autorità cinesi, però, la “sicurezza nazionale” viene prima di tutto. Le pene previste per tutti e quattro i reati vanno dai tre anni di reclusione all’ergastolo, ma non avranno valore retroattivo. “È la fine di Hong Kong. Inizia l’era del terrore”, aveva commentato su Twitter lo stesso Wong, costretto a sciogliere il movimento Demosisto poco dopo l’approvazione della legge.

Mario Bonito