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Pietro Genovese agli arresti domiciliari: le motivazioni del giudice

La chiesa Preziosissimo Sangue di Nostro Signore al Fleming era piena quando è arrivata la decisione del giudice di mettere agli arresti domiciliari Pietro Genovese, il giovane ventenne che la notte tra sabato e domenica ha travolto e ucciso con il suo suv le due sedicenni Gaia e Camilla.

Erano tutti raccolti in preghiera per ricordare le due ragazze la cui vita è stata spezzata mentre tentavano di attraversare la strada a Corso Francia, mentre le indagini di Polizia Municipale proseguivano fino ad arrivare all’arresto del giovane Pietro, primogenito del regista Paolo Genovese, accusato di duplice omicidio stradale.

Incidente Corso Francia, il ventenne agli arresti: i motivi

Ha trascorso le vacanze natalizie nella casa di famiglia in Umbria grazie ad un nulla osta temporaneo concesso dal gip, poi sono arrivati gli arresti domiciliari per il giovane Pietro Genovese, iscritto nel registro degli indagati per duplice omicidio stradale, a seguito del quale è stato trovato positivo ai test per assunzione di droga e con un tasso alcolemico molto superiore al consentito.

I motivi che hanno portato agli arresti domiciliari Pietro Genovese sono stati improntati per il Gip a negligenza, visto che il ragazzo si è messo alla guida senza rispettare i paletti imposti dalla legge come hanno evidenziato i test successivi all’incidente. E la velocità molto superiore al consentito non gli avrebbe permesso, sempre secondo il Gip, di evitare le ragazze anche se non avessero attraversato col rosso.

Secondo il giudice, inoltre, gli arresti domiciliari serviranno ad impedire a Pietro Genovese di mettersi nuovamente al volante: “La personalità dell’indagato lascia ragionevolmente presumere che il medesimo non si scoraggi dall’usare comunque l’automobile per il solo fatto dell’avere avuta ritirata la patente di guida. Sicchè allo stato al fine di neutralizzare il pericolo concreto ed attuale di reiterazione di condotte analoghe appare necessario limitare la libertà di movimento di Genovese, il quale sebbene incensurato e di età giovane potrebbe mettersi alla guida di autovetture di amici o conoscenti anche senza patente e porre in essere condotte gravemente colpose in violazione delle norme della circolazione stradale compromettendo così la propria e l’altrui incolumità”.