‘CI SONO STATI TROPPI ERRORI NELLA RICERCA DELLA VERITÀ’ DENUNCIA MATTARELLA RICORDANDO BORSELLINO

    Toccante ed in alcuni passaggi anche ‘duro’ l’intervento pronunciato oggi dal Capo dello Stato davanti al plenum del Csm, riunitosi per commemorare l’uccisione del magistrato e della sua scorta avvenuta 25 anni fa: “La tragica morte” di Paolo Borsellino, insieme a coloro che lo scortavano con affetto, deve ancora avere una definitiva parola di giustizia – ha affermato il Presidente della Repubblica – Troppe sono state le incertezze e gli errori che hanno accompagnato il cammino nella ricerca della verità sulla strage di Via D’Amelio, e ancora tanti sono gli interrogativi sul percorso per assicurare la giusta condanna ai responsabili di quel delitto efferato. Paolo Borsellino non si è mai arreso – ha sottolineato Mattarella – non ha mai rinunciato a sviluppare il suo progetto di legalità, anche quando era diventato ormai consapevole di essere vittima predestinata della mafia. Come disse ad un giornalista, sapeva di camminare ’con la morte attaccata alla suola delle scarpe’. Paolo Borsellino ha combattuto la mafia con la determinazione di chi sa che la mafia non è un male ineluttabile ma un fenomeno criminale che può essere sconfitto. Sapeva bene che, per il raggiungimento di questo obiettivo, non è sufficiente la repressione penale ma è indispensabile diffondere, particolarmente tra i giovani, la cultura della legalità. Proprio per questo era impegnato molto anche nel dialogo con i giovani, convinto che la testimonianza di valori positivi promuove una società sana e virtuosa, in grado di emarginare la criminalità. Il 19 luglio di venticinque anni fa – ha ricordato ancora il Presidente – alle cinque del mattino, stava proprio scrivendo la risposta a una lettera inviatagli dalla preside di un liceo di Verona. La missiva è rimasta incompiuta ma costituisce una testimonianza di grande forza dell’importanza della formazione delle nuove generazioni”. Forte anche il ‘richiamo alla giustizia’ lanciato dalla sorella del magistrato, Rita Borsellino, che ha sottolineato come, “la ricerca della verità si fa sempre. Parlo spesso di coriandoli di verità perché è diventato un tema carnascialesco. Cosa mi aspetto? Che ci sia verità. Abbiamo questa mania dei numeri, mi aspetto che il 26esimo anno, il prossimo, lo possiamo celebrare come l’anno della verità”.
    M.