Alemanno rinviato a giudizio per corruzione nell’inchiesta Mafia Capitale

    L’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno è stato rinviato a giudizio in uno dei filoni dell’inchiesta Mafia Capitale. Corruzione e finanziamento illecito le accuse contestate per cui il gup, Nicola di Grazia, ha stabilito il rinvio a giudizio, dopo quasi tre ore di udienza e due di camera di consiglio. Secondo l’accusa tra il 2012 ed il 2014, Alemanno avrebbe ricevuto 125mila euro “per compiere atti contrari ai doveri del suo ufficio”. I soldi sarebbero giunti da Salvatore Buzzi in accordo con Massimo Carminati, attraverso Franco Panzironi, l’ex ad di Ama che è tra i principali imputati del processo di Mafia Capitale, l’ex sindaco di Roma avrebbe ricevuto 75 mila euro sotto forma di finanziamento per cene elettorali, 40 mila euro per finanziamento per la Nuova Italia e diecimila euro liquidi. Ad Alemanno non è stato contestato il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso, chiesto nel dicembre scorso dai pm ed adesso archiviato. Il processo, che si svolgerà con rito ordinario, sarà celebrato dalla seconda sezione del tribunale di Roma ed inizierà il 23 marzo prossimo.

    “Non ho chiesto riti alternativi proprio per dimostrare pubblicamente la mia innocenza. Ho la coscienza pulita e per questo non ho nulla da patteggiare. Affronto quindi il rinvio a giudizio con animo sereno perché sono fiducioso nell’operato della magistratura e convinto che al dibattimento sarà accertata e provata l’assoluta correttezza del mio operato”, con queste parole Gianni Alemanno ha commentato il rinvio a giudizio.

    Giacomo Miele