Allarme ambiente: anche le vespe rischiano l’estinzione

    Nonostante siano quasi odiate dagli uomini e, in molti casi, temute a livelli estremi, anche le vespe hanno un ruolo fondamentale nel nostro pianeta e, come le compagne api, rischiano oggi l’estinzione. Una problematica che rischia di compromettere non solo l’equilibrio dell’ecosistema, ma anche la nostra stessa salute, considerando che anche le vespe fanno parte degli insetti specializzati nell’impollinazione.?Ma perché in fondo sono così temute e poco amate? Secondo una recente ricerca, condotta dal team dall’University College London, delle vespe non si conoscono in maniera approfondita le importanti funzioni nell’ecosistema, fattore che porta a trascurarle e in molti casi ad odiarle: come le api, anche loro impollinano fiori e campi, ma non solo: sono fondamentali per la salute umana perché con la loro presenza regolano le popolazioni di parassiti e insetti nocivi. I ricercatori – nell’ambito dello studio pubblicato su Ecological Entomology e finanziato dal Natural Environment Research Council e dalla Commissione Europea – hanno intervistato 748 persone di 46 diversi Paesi. A tutti hanno chiesto di descrivere con tre parole farfalle, api, vespe e mosche. Ne è risultato che farfalle e api sono in cima al podio, mentre le vespe si piazzano all’ultimo posto, superate anche dalle mosche.?Ma anche nel settore della ricerca le vespe sono quasi dimenticate: su 908 pubblicazioni esaminate dal 1980 in poi, solo 22 (appena il 2,4%) riguardavano le vespe, mentre 886 erano dedicate alle api (il 97,6%). E su 2.543 abstract presentati per conferenze negli ultimi 20 anni, l’81,3% aveva per tema le api.?”È chiaro che proviamo ’sentimenti’ diversi per le vespe rispetto alle api – commenta Seirian Sumner, uno degli autori dello studio – Viviamo da tempo in armonia con le api, abbiamo addomesticato alcune specie, mentre i contatti tra uomini e vespe sono poco piacevoli perché rovinano i nostri picnic e fanno nidi nelle nostre case. Nonostante questo, dobbiamo superare l’immagine negativa che abbiamo di questi insetti per salvaguardare i benefici che portano al nostro pianeta. Stanno diminuendo come le api e il mondo non può permetterselo”.?Le nostre esperienze con le vespe riguardano un ridotto numero di specie – tra cui i calabroni e le vespule – che rappresentano meno dell’1 per cento di quelle che pungono. Esistono, però, almeno 67 specie di vespe sociali e la maggioranza, ricordano i ricercatori, sono in realtà vespe solitarie: oltre 75mila specie. “La natura irritante delle vespe sociali alimenta la percezione che siano più pericolose delle api – dicono gli studiosi – benché provochino entrambe una puntura dolorosa”.?Ed entrambe sono minacciate ora dal cambiamento climatico e dalla riduzione dell’habitat naturale. “Sarebbe fantastico avere per le vespe lo stesso interesse e lo stesso sostegno riscossi dalle api. Questo però richiede un cambiamento culturale – commenta Alessandro Cini, coautore, ricercatore dell’University College London e dell’Università di Firenze – Potrebbero iniziare gli scienziati, con maggiori ricerche sul valore sociale ed economico delle vespe, che aiutino il pubblico a comprenderne l’importanza”.