Di Maio: ‘La nostra gente si è astenuta e attende risposte’

    Un anno per ribaltare tutto. A marzo 2018 il Movimento 5 Stelle otteneva consensi e saliva al governo, ora le percentuali sono in netto calo. Le elezioni europee hanno infatti evidenziato un ribaltone nelle preferenze degli italiani, che si sono schierati con la Lega. Il partito di Matteo Salvino ha raggiunto il 34% delle preferenze, i 5 Stelle si sono fermati al 17. Un risultato negativo per il vicepremier Di Maio ha analizzato al Corriere della Sera: “Prendo atto che la nostra gente si è astenuta e attende risposte, e noi queste risposte gliele vogliamo dare. Non è la prima volta che attraversiamo un momento di difficoltà, sapremo uscirne come sempre. Ad ogni modo restiamo l’ago della bilancia in questo governo. Non stiamo facendo i 100 metri, ma una maratona e siamo in corsa. Dopo di che non nego che è opportuno tornare ad ascoltare chi stavolta ha deciso di restare a casa”. 

    Di Maio: “Siamo stati troppo puri” 

    Di Maio analizza poi i possibili errori commessi dal suo partito: “Forse al principio siamo stati troppo silenziosi, troppo puri, se questa è una colpa me la prendo. Ma sappiamo di aver fatto tanto, faremo ancora tanto e siamo sicuri che i cittadini lo capiranno. In campagna elettorale non ci sono stati scontri, ma un clima che ha cominciato ad infuocarsi dalla revoca di Armando Siri, indagato per corruzione. E non mi pento di aver chiesto le sue dimissioni”. Sulla continuità di governo: “Certo che il governo va avanti, perché continua ad avere ampiamente i numeri e perché c’è ancora tanto da fare. Non cambierà nulla, anzi ripartiamo da oggi. Noi siamo pronti a un tavolo sul salario minimo e la flat tax. Poi il decreto sicurezza con le migliorie apportate e una legge che vincoli il miliardo del reddito agli aiuti alle famiglie. Nessun rimpasto di governo, non avrebbe senso”. Infine Di Maio analizza il futuro del Movimento: “Ci sarà uno scatto in avanti sull’organizzazione, saranno individuati dei responsabili specifici di area e un centro di coordinamento più capillare nelle regioni e nei comuni”, ha concluso Di Maio.