Dl dignità, no a ripristino articolo 18

    Il Decreto Dignità proposto da Luigi Di Maio ancora suscita forte reazioni da parte delle opposizioni, che criticano alcuni punti e alcuni emendamenti considerandoli non del tutto chiari. Nell’intenzioni del governo a guida Lega-5 stelle c’è la volontà di ridare, secondo le intenzioni dei proponenti, dignità al lavoro favorendo il tempo indeterminato attraverso interventi mirati. Tra questi vi è il licenziamento illegittimo e alcuni punti del Jobs Act di Renzi:ma c’è chi come Epifani di Liberi e Uguali vorrebbe ripristinarli, mentre la maggioranza governativa è ferma nel suo no.
    Carroccio e il Movimento di Grillo hanno fatto muro di fronte al ripristino dell’articolo 18 nel caso di licenziamento infondato. La proposta del ministro Epifani puntava a fare propri nel Dl Dignità alcuni punti cancellati dal Jobs Act renziano, durante la precedente guida di governo, e che adesso il nuovo insediamento ha bocciato per il suo ripristino. La correzione- a cui avevano espresso già il loro parere negativo la giunta grillina e della Lega, nonché i suoi relatori – non è passata per 317 voti contrari, 191 astenuti, mentre il sostegno è arrivato dalle file di Liberi e Uguali, ma con soli 13 votazioni. Durante la presentazione della sua proposta, l’ex responsabile Cgil si era espresso così: “Parliamo di un tema delicato e conosciuto che va sotto la denominazione di Articolo 18. In realtà vogliamo presentare una norma per la tutela reale dei lavoratori nei casi di licenziamenti illegittimi, che il Jobs Act ha di fatto cancellato. Non vogliamo fare un atto di mera testimonianza né di propaganda ma risarcire moralmente e concretamente i lavoratori”.

    Dopo non essere passata alla Camera, il deputato Leu l’ha definita “un’occasione persa per ridare veramente dignità ai lavoratori e alle lavoratrici”. “Per noi – dice – la proposizione della tutela reale nel caso dei licenziamenti illegittimi risponde a un doppio risarcimento intellettuale e morale. Per 20 anni ci è stato detto che l’art. 18 frenava i contratti a tempo indeterminato e gli investimenti. Tolto quel diritto però non sono aumentati né i contratti né gli investimenti. E’ bene prendere atto che quella narrazione non era e non è vera. E’ necessario tornare a difendere meglio la dignità dei lavoratori che vengono licenziati in modo illegittimo. E sicuramente il cosiddetto dl dignità non lo fa”.