Legittima difesa, frenata del M5S, Lega: ’E’ priorità’

    Con l’incardinazione in commissione Giustizia al Senato di cinque disegni di legge sulla legittima difesa, fortemente voluti dalla Lega, arriva la brusca frenata del ministro della Giustizia pentastellato Bonafede: “No alla liberalizzazione delle armi’’, disciplinate da disposizioni che il governo non vuole cambiare.
    Il Carroccio spiega che non hai mai inteso liberalizzare le armi: “Non vogliamo il far west”, ma ha però specificato che la riforma rimane “una priorità”. Arrivano subito le rassicurazioni del vicepremier Salvini, che assicura “totale sintonia con il ministro Bonafede” e quelle del premier Conte: “Il governo non incita all’uso delle armi”, parole pronunciate per spegnere qualsiasi polemica nella maggioranza.
    Se per la Lega quella della legittima difesa resta una “priorità” del governo, per il M5S si tratta di una tematica che “va comunque approfondita” e studiata nel dettaglio.
    L’esame dei disegni di legge sulla legittima difesa ha preso il via in commissione Giustizia del Senato, ma ha sottolineato pareri e visioni differenti nel governo, come nel caso della protesta dell’Anm con il presidente Francesco Minisci che ha definito la normativa sulla legittima difesa “già ben regolamentata”.
    Più prudenti nell’affrontare la questione i 5 Stelle perché, come hanno specificato il Guardasigilli Alfonso Bonafede e il senatore Francesco Urraro, nessuno incita “la liberalizzazione delle armi” e trattandosi di questioni “delicate” si necessita “di tutti gli approfondimenti del caso”. I leghisti, invece, sembrano più decisi e definiscono la legge, come fa il sottosegretario Jacopo Morrone, “una priorità” che il governo vuole veder votata a “breve”.
    Il ministro dell’Interno Matteo Salvini sembrerebbe minimizzare sul punto, escludendo qualsiasi divisione nell’esecutivo; sulla stessa linea anche Bonfade, che sottolinea come “il governo sia compatto”.
    A innescare qualche dubbio però, le dichiarazioni del premier Conte, secondo il quale “il governo è consapevole che sul piano applicativo giurisprudenziale della legittima difesa si siano create delle incertezze che vanno risolte”, dichiarazioni che preludono tempi non molto rapidi per l’approvazione della legge.