Rapina flop al Portuense: sviene il direttore, unico a conoscere i codici

    Quando si progetta e poi si mette in scena sul serio una rapina di questo tipo non si può non pensare, almeno per un momento, di essere quasi su di un qualche set di Hollywood: perché quella che stava per essere realizzata ieri sul tardo pomeriggio in quel di Portuense, noto quartiere periferico di Roma, aveva davvero tutti i crismi per essere considerata come una sorta di rapina da pellicola. Un film in atto, in una delle sue scene madri, con azione, pathos, e magari un colpo di scena finale che rendesse giustizia e, magari, sventasse la rapina senza colpo ferire.
    Ebbene, benché il colpo di scena sia arrivato davvero, tuttavia non si tratta di finzione, ma di verità. Quanto accaduto ieri pomeriggio al Portuense, è tutto vero. Cinque persone armate e mascherate con una divisa da operai, berretti e occhiali da sole, si sono introdotti presso la filiale della Banca Popolare di Novara di zona, e hanno prontamente e con destrezza disarmato la guardia giurata. Rapina in atto, nessun dubbio, nessuna telecamera ne regista, ma solo la realtà. Gli assalitori hanno fatto stendere per terra gli altri dipendenti, per poi prendere in sequestro il direttore e costringerlo a farli accedere al caveau sotterraneo. Tutto pronto, dunque, per l’assalto finale e per prendere possesso del denaro in cambio di far salva la vita al direttore? E invece no. Perché proprio i questo momento è arrivato, per l’appunto il colpo di scena: infatti il direttore dell’agenzia, che era l’unico a conoscere i codici segreti, ha avuto sul momento un grave malore perdendo conoscenza. Non potendo far altro che mandar giù il boccone amaro del mancato colpo, i
    i rapinatori si sono visti obbligati a darsi alla fuga mentre arrivavano gli agenti della Squadra Mobile e quelli del commissariato San Paolo chiamati dai passanti.

    La polizia e la procura di Roma hanno acquisito le immagini delle telecamere a circuito chiuso della Banca e ottenuto quelle dei luoghi limitrofi, in particolare del garage del palazzo di fianco: diversi i posti di blocco realizzati in tutta la zona della Portuense dove è stata organizzata una vasta ricerca dei banditi.

    Secondo le prime ricostruzioni anche ottenute grazie a testimonianze dirette della vicenda, i criminali sarebbero entrati nell’istituto bancario di piazza Augusto Lorenzini attraverso un buco fatto nella parete del muro di un garage confinante. A quel punto, una volta entrati all’interno, i malviventi non hanno avuto troppa difficoltà, con il volto e ogni parte del corpo riconoscibile coperta, a mettere a tacere sia la guardia giurata che tutti i presenti in Banca. Senza la pistola, la guardia giurata ha potuto fare ben poco. Ma mentre la rapina proseguiva e i passanti avvertivano le autorità in quanto allarmate dal trambusto che proveniva dall’interno dell’istituto bancario, lì il malore del direttore di banca non è stato fatale né infausto, ma tempestivo e concretamente efficace. Non ha finto, stava male davvero: ma ha potuto ‘sventare’ la rapina senza reazioni pericolose o di arduo coraggio. Semplicemente, senza il direttore in stato di lucidità, essendo lui l’unico a conoscere i dati di accesso al caveau, per gli assalitori lì non c’era più nulla altro da fare che fuggire.