Segnali di pace all’Ue da Salvini e Di Maio, ma continua la tensione sul ddl anticorruzione

    Continua lo scambio di messaggi tra i due leader Salvini e Di Maio, soprattutto per quanto riguarda la legge di bilancio e il disegno di legge anticorruzione che, in base alle previsioni, dovrebbe arrivare entro la fine della settimana in consiglio dei ministri. Sia il capo del carroccio che il leader cinque stelle si battono per le loro diverse priorità, ponendo limiti e paletti. Entrambi, però, sembrano uniti sui segnali di pace inviati all’Unione europea. In mattinata, Palazzo Chigi ha visto il vertice di maggioranza sui temi economici con la presenza del presidente del Consiglio Conte, i due vicepremier, il ministro dell’Economia Tria, quello degli Esteri Moavero e degli Affari europei Savona. “L’obiettivo è una manovra nel segno della crescita nella stabilità – ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte – Ci aggiorneremo anche domani.
    “Sarà una legge di bilancio coraggiosa e terrà anche i conti in ordinee – ha aggiunto Di Maio – Non sfidiamo l’Unione europea”. Nessuna contrapposizione con Tria, ha rassicurato Di Maio, che ha invece parlato di gioco di squadra. Anche il leader della Lega, Matteo Salvini, ha confermato la stessa stessa linea di equilibrio: “Vogliamo rispettare gli impegni presi con gli italiani restando nei vincoli imposti dagli altri”. Sembra dunque che l’atmosfera nelle ultime ore sia effettivamente cambiata, come ha anche confermato il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia che ha detto: “Le aperture di Salvini fanno ben sperare”.

    Nonostante Di Maio abbia dichiarato di non essere alternativo alla Lega sul fronte economia, le differenze continuano ad esistere, soprattutto tra gli obiettivi finanziari: “Reddito cittadinanza e flat tax non sono alternativi”, ha detto al termine del vertice.
    Il leader del Carroccio, Matteo Salvini, ha intanto chiarito durante la mattinata a Radio qual è la linea della Lega sui temi economici: “La priorità resta la legge Fornero che è palesemente sbagliata. Arrivare a quota 100 e mandare in pensione chi se lo è meritato”. Per quanto riguarda il reddito di cittadinanza invece, punto primario della battaglia 5Stelle, il vicepremier leghista ha detto che “Sarà nella manovra, quella di ieri era una riunione sui temi economici della Lega: il reddito di cittadinanza è una battaglia dei Cinquestelle, non metto becco nei temi altrui, ma in governo siamo in due”. E se Salvini tratta con sufficienza il reddito di cittadinanza, Di Maio – parlando a Radio radicale – fa capire che il Movimento vigilerà sul provvedimento bandiera della Lega: “La flat tax e la pace fiscale sono tutti argomenti da contratto, devono aiutare i più deboli, se favoriscono i più ricchi non va bene”.
    Tra gli punti che potrebbero agitare il l’apparente calma tra Lega e 5 Stelle, c’è poi il ddl anticorruzione, che i grillini hanno soprannominato #SpazzaCorrotti. Salvini sembra in questo senso più cauto rispetto ai colleghi Di Maio e Bonafede: “Sul Daspo a vita per i corrott stiamo leggendo e rileggendo il testo: la lotta senza quartiere alla corruzione è una priorità, come quella alle mafie. Ma bisogna stare attenti a garantire che fino al terzo grado di giudizio si è innocenti, processi sommari non sono da paese civile. Ma chi corrompe deve pagare”.
    Decisamente di stampo diverso la visione di Luigi Di Maio, secondo cui corrotti e corruttori “non vedranno più lo Stato”. Un decreto che non varrebbe solo per politici e dirigenti pubblici ma anche per gli imprenditori con appalti nella pubblica amministrazion: “Il decreto anti corruzione toglie le mani dalla marmellata a tanta gente e se vieni preso con le mani nella marmellata non vedi più lo Stato, se sei un politico o un dirigente pubblico”. Dopo diversi dubbi e smentite, è però arrivata la conferma ufficiale: il disegno di legge anticorruzione sarà in consiglio dei ministri domani alle 16.