Tav, Ue chiede chiarimenti all’Italia

    La Ue sta esaminando il dossier sull’analisi costi-benefici relativo alla Tav: chiederà chiarimenti alle autorità italiane. La Ue”ritiene che una nuova analisi costi-benefici relativa a questo progetto non sia attualmente necessaria”. Lo si evince nella risposta che la Commissaria Ue ai Trasporti, Violeta Bulc, ha spedito alla delegazione del Partito Democratico a seguito della interrogazione scritta degli eurodeputati Dem sulla Tav e sull’analisi costi benefici prospettata dal Governo. Ma della stessa Ue in precedenza la Commissione si era espressa nel merito all’esame del dossier sull’analisi costi-benefici relativo alla Tav facendo capire che avrebbe chiesto chiarimenti alle autorità italiane.
    Lo aveva ribadito il portavoce della Commissione Ue impegnato ad occuparsi di Trasporti. I quale ha confermato che in merito alla ipotetica sospensione dei fondi Ue “non c’è una scadenza fissata”, “ma più passa il tempo e accumuliamo ritardi, più i rischi aumentano. Speriamo di avere un incontro produttivo con le autorità italiane”, ha ammesso.
    “Non mi risulta che l’Italia abbia detto no alla Tav. La decisione, la sintesi di contesto, la fa il governo non i tecnici”. A dirlo è intanto il sottosegretario alle Infrastrutture, Armando Siri, a seguito del no sulla analisi costi benefici della Torino Lione. Conte, intanto, da par suo, ha provato a stemperare gli animi: l’analisi costi-benefici non si discute. A quanto si evince, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, avrebbe sostanzialmente provato a rassicurare il vice premier Luigi Di Maio sulla bontà dei dati dell’analisi costi-benefici sul Tav, prodotta dalla commissione incaricata dal ministero dei Trasporti Toninelli e tuttavia in queste ore profondamente messa in discussione dagli alleati di governo della Lega. “Sono sei mesi che dico di attendere l’analisi costi-benefici senza mai esprimere posizioni di parte”, avrebbe stemperato il premier a Di Maio a palazzo Chigi per fare il punto sul dossier Alitalia, altra gatta da pelare in seno al governo.