DALLA PLATEA DI CONFCOMMERCIO SELVA DI FISCHI PER RENZI SUL TEMA DEGLI 80 EURO. POI:‘LA ZAVORRA DEL PAESE SONO I TROPPI POLITICI, LA VERA RIVOLUZIONE È TAGLIARLI’

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    “Ho fatto l’arbitro in Garfagnana, figuratevi…”, così Matteo Renzi, risponde alla bordata di fischi che la platea di Confcommercio gli tributa quando, nell’ambito di un discorso generale sulle azioni intraprese dal governo, affronta il tema degliu 80 euro. Una misura quest’ultima, di ce il presidente del Consiglio, “di equità per chi guadagna meno di 1500. So che voi non apprezzate..”. Dalle poltrone c’è chi gli contesta il suo stipendio, Renzi ribatte: “Io guadagno 5.000 euro al mese”. Il premier virando sull’economia ribadisce che nessuno intende “toccare l’Iva, un impegno irrinunciabile per la crescita”. Secondo Renzi “Dobbiamo avere il coraggio di guardarci negli occhi e dire cheabbiamo davanti un futuro pieno di opportunitàma anche di difficoltà. Dobbiamo decidere dove deve stare l’Italia. Nei prossimi dieci-venti anni può stare dalla parte dei vincenti. Io ne sono convinto”. E sono molte le cose ancora da fare, non ultimo ‘agire’ anche dall’interno: “La zavorra del Paese sono i troppi politici, la vera rivoluzione è tagliarli”. Anche se poi si affretta a precisare di ’’credere nella politica e nella possibilità che si possa cambiare. Dovete credere nella politica, perché non è vero che i politici sono tutti uguali”. Quindi, via via, i vari temi: “Noi abbiamo fatto le riforme per eliminare l’eccesso del ceto politico’’. Poi: “Aver cancellato l’articolo 18 non ha tolto diritti, non ha permesso di licenziare ma di assumere”. Infine il premier ha voluto sottolineare le reazioni polemiche che spesso seguono la diffusione dei dati Istat. Per Renzi bisogna essere pervasi da “rancori ideologici” se non si evidenziano gli aspetti positivi di questi dati Istat, gli “ennesimi” sull’occupazione. Ma, ha dovuto poi ammettere il presidente del Consiglio “se le cose vanno meglio per i dipendenti, i lavoratori autonomi e le piccoli forse sono ancora in sofferenza”.

    M.