Trump, ritiro anche dall’Afghanistan: Mattis si dimette

    Nuova inversione di rotta nell’amministrazione Trump e il clamoroso annuncio che, dopo la Siria, le truppe Usa lasceranno anche l’Afghanistan. Tutto è successo in poche ore: al mattino la dichiarazione in cui il Segretario alla Difesa Jim Mattis annuncia la sua intenzione di lasciare la Casa Bianca citando le differenze con Donald Trump sui rapporti con gli alleati. “Ho avuto il privilegio di servire questo paese, sono orgoglioso dei progressi degli ultimi due anni”, il presidente Donald Trump merita un segretario alla Difesa con “idee che sono allineate con le sue”, dice Mattis nella sua lettera di dimissioni al Casa Bianca. Mattis, un ex generale della Marina, aveva il soprannome di “cane pazzo”, dato a lui dai suoi commilitoni.

    Trump aveva invece dichiarato che il generale stava andando in pensione. Sessantotto anni, Mattis aveva lasciato la Marina nel 2013 dopo 41 anni di carriera in cui era a capo delle operazioni statunitensi in Kuwait, Afghanistan e Iraq. Il presidente perde così uno dei membri più autorevoli della sua amministrazione, stimato e apprezzato sia in patria che all’estero.

    Dopo poche ore – le 2 in Italia – l’annuncio che, dopo l’ordine di ritiro dalla Siria, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha deciso di ritirare un importante numero di truppe anche dall’Afghanistan. Ciò è stato confermato anonimamente da un responsabile dell’amministrazione statunitense, confermando le voci di un imminente ritiro anche da parte di Kabul.

    “La decisione è stata presa”, ha detto. Attualmente ci sono oltre 14mila truppe americane in Afghanistan e i primi ritorni negli Stati Uniti, come circolato nei media statunitensi, potrebbero iniziare in poche settimane. Secondo il New York Times, gli Stati Uniti ritireranno circa 7mila uomini.

    La decisione di Mattis è arrivata dopo una giornata di tensioni e controversie. L’annuncio è seguito poche ore dopo da quello sull’Afghanistan. Una mossa che ha scatenato un’altra tempesta su Trump, perché è una decisione presa contro tutto e tutti.

    Mattis invece, nelle ultime settimane, aveva idee in netto contrasto con Trump, dallo schieramento di forze armate al confine con il Messico fino a ritirarsi dalla Siria. Secondo le indiscrezioni, “Mat Dog” è stato preso alla sprovvista dall’annuncio: una decisione di abbandonare la Siria e l’Afghanistan di cui non era a conoscenza.
    Intorno al ritiro dalla Siria, l’attenzione è più alta in tutto il mondo. Mentre decine di telefonate arrivano dalle capitali alleate per capire cosa sta succedendo, solo Vladimir Putin applaude la decisione: “Donald ha ragione, ha fatto bene”, ha commentato lo zar del Cremlino, che ha sempre parlato della presenza “illegale” del Stati Uniti in Siria. I vantaggi di una Russia che avrà le mani libere nella regione, così come l’Iran e la Turchia, pronti per una nuova offensiva sulle milizie curde armate e addestrate dagli americani per quattro anni, e ora effettivamente abbandonate al loro destino, sono già ben note. Sullo sfondo il pericolo che l’ISIS, emarginato in una zona al confine con l’Iraq, possa alzare la testa, malgrado Trump canti vittoria.
    Una vittoria che per molti è ancora lontana dall’essere definitiva. Al Pentagono si parla di “errore colossale” e all’interno della stessa Casa Bianca il consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton aveva indicato un percorso molto diverso sulla questione siriana pochi giorni fa.