Antitrust, 680 mln di multa per finanziarie case auto

    Le case automobilistiche, in competizione tra loro per accaparrarsi fette di mercato e attrarre a sé i clienti dei con offerte impareggiabili, non si dovrebbero scambiare messaggi tipo: “Vi scrivo questa email per invitarvi a partecipare alla compilazione di un nuovo Benchmark in materia di finanziamenti Post Vendita” e “analizzare nuove fonti di redditività”, o “Ho pensato potesse esserci utile anche uno scambio periodico di informazioni sulle condizioni praticate”. Invece di comunicazioni tra le “finanziarie” che manovrano le case automobilistiche – quelle che concedono i prestiti ai clienti che comprano un veicolo a rate o in leasing – ne sono avvenute a fiotti. Con tanto di documenti precompilati per scambiarsi le informazioni: contatti costanti e sottobanco per stabilire il tasso e le condizioni da proporre, modificando allo stato delle cose il mercato e la libera scelta del compratore per acquistare questa o quella vettura usufruendo anche di una sana competizione tra case automobilistiche sulle modalità di pagamento. Per questo cartello, andato avanti per circa quindici anni, l’Antitrust ha spedito una multa record da circa 680 milioni di euro a conclusione di un’istruttoria che è terminata il 20 dicembre passato. Analizzando gli ultimi provvedimenti usati dall’Autorità, non è semplice trovare una sanzione di tale cifra (al luglio 2017 vi sono i 184 milioni per il trust del cemento, al febbraio 2014 i 182 milioni per le medicine Avastin e Lucentis). In gergo tecnico si chiamano captive banks  e sono quelle società finanziarie spesso gestite dalla casa-madre (che come main business non prevede affari bancari) e che concedono le loro prestazioni in via di privilegio ad essa. Le più importanti case automobilistiche possiedono le loro “banche” che tra l’altro tutelano la parte dei finanziamenti dei clienti per la compera dei veicoli e per i leasing. Nell’ occhio dell’Antitrust sono cadute qulle “operanti in Italia nel settore della vendita di autoveicoli mediante prodotti finanziari”, nonché le “relative associazioni di categoria”.