Arrivederci DDR: cori e lacrime per l’ultima in giallorosso

    Daniele De Rossi ha salutato il suo pubblico, in un Olimpico stra pieno nell’ultima gara di campionato della Roma contro il Parma. Una giornata che non può che essere storica, tristemente storica ovviamente, come lo sono tutte quelle in cui ci si imbatte in un addio. E se questo era solo un arrivederci, è di per sé comunque uno struggente, dolente, saluto finale: perchè Daniele De Rossi lascia la Roma, come calciatore, e probabilmente andrà a giocare altrove ancora per un po’, ieri sera ha lasciato in una Roma piovosa e triste di fine Maggio un pezzo di sé, forse il più corposo, vivo, eloquente. Daniele De Rossi avrebbe voluto proseguire, forse per un altro anno, con la sua Roma, ma malgrado qualche ruggine ha avuto la forza di salutare senza polemiche e, anzi, con un accorato appello all’unione rivolto ai tifosi. Da un tifoso, ai suoi pari, in una sorta di profondo epilogo di un amore che in realtà non finirà. Ieri sera, dunque, De Rossi ha vestito l’ultima maglietta giallorossa della sua carriera e godendosi una vittoria che non ha molta valenza a livelli di obiettivi, anzi, ma ha comunque il sapore dello storico perchè, per la 616° volta, gli ha permesso di vestire i due soli colori che ha sempre amato. E la fascia di capitano, ereditata da Totti e consegnata a un altro romano, Florenzi.

    Arrivederci DDR: cori e lacrime per l’ultima in giallorosso. La sua lettera ai tifosi la sintesi del romanismo

    Tra gli innumerevoli  ringraziamenti del suo messaggio di saluto alla Roma, De Rossi si è voluto soffermare sui tifosi. “Grazie ai tifosi della Roma, i miei tifosi.”, ha scritto. “Mi permetto oggi di dire miei, perché l’amore che mi avete dato mi ha permesso di continuare ad essere in campo parte di voi. Siete stati la ragione per cui tante volte ho scelto di nuovo questa città. Domani (ieri, ndr) sarà la seicentosedicesima volta in cui io considererò questa scelta, la scelta giusta.”, proseguiva nella sua lettera, in cui chiosava chiedendo i tifosi di guardare oltre, come già successo dopo la finale di coppa italia persa, contro la Lazio, il 26 maggio. Un altro 26 Maggio altrettanto triste per i giallorossi è, o almeno De Rossi vuole che sia, simbolo di rinascita. “Il vento ricomincerà a soffiare anche da questo 27 maggio.”, ha scritto il capitano. Che poi ha concluso. “Mai come in questi giorni ho sentito il vostro affetto: mi ha travolto e mi ha riempito il cuore. Mai come in questi giorni vi ho visto così uniti per qualcosa. Ora, il regalo più grande che mi potete fare è mettere da parte la rabbia e tutti uniti ricominciare a soffiare per spingere l’unica cosa che ci sta a cuore, la cosa che viene prima di tutto e tutti, la Roma. Nessun mai vi amerà più di me.” E proprio a riprova di questo amore ricambiato in modo totale, la serata di Roma-Parma è stata una lunga elegia nei suoi confronti, che neanche la pioggia ha potuto interrompere.

    Aggiornamento Ore 07,40

    Tante lacrime, come fu per Totti, in tutto l’Olimpico per l’addio di De Rossi alla maglia giallorossa dopo 18 stagioni e 616 partite. Tante come quelle dei tantissimi tifosi accorsi allo stadio Olimpico o quelli in casa, o ai bar, per omaggiarlo, per godersi l’ultimo De Rossi calciatore della Roma. Come quelle di Ranieri, commosso come un bambino sia per il suo capitano che per gran bell’omaggio a lui riversato dalla tifoseria, mentre la Roma portava a casa un 2-1 finale di poco valore contro un buon Parma e chiudeva con lo struggimento più grande, e sicuramente epocale, una delle peggiori stagioni degli ultimi anni. Ancora un 26 Maggio a certificare la nuova necessaria rivoluzione. La Roma con questo 6° posto a meno di una sentenza di esclusione dalle coppe della Uefa contro il Milan, è condannata ai preliminari di Europa League. Ma fa molto più dolore l’addio forzato a De Rossi, con tutte le polemiche delle ultime due settimane risultato di una gestione poco ortodossa dell’addio al calcio giocato di una delle ultime bandiere. Davanti al proprio pubblico, tra un mare di striscioni, cori, vip e colleghi (tra gli altri, Osvaldo e Buffon) e esperti e giornalisti, politici e attori tutti uniti ai tifosi nell’emozione di un saluto a cui non erano forse pronti, De Rossi però è rimasto l’unico a mantenere il controllo, senza lacrime, senza polemiche, con il sorriso sulle labbra. Come solo i grandi fanno, quelli che non hanno rimpianti, se non quello, come lui stesso ha detto di aver ‘potuto dare solo una carriera alla Roma’. La sua seconda pelle finisce qui: con questo 2-1 al Parma, con rete di Pellegrini al 35°, pareggiata nel finale dall’ex di Gervinho (con tanto di scuse ai tifosi) e il gol del vantaggio definitivo di Perotti, lo specialista nelle reti salva-addio (segnò anche nella gara di due anni fa contro il Genoa, quando la sua rete da ex valse la qualificazione diretta alla Champions). Piangono tutti, dai due nuove leader romani (Florenzi e Pellegrini) fino ai compagni più giovani o i veterani. Piange lo staff tecnico, gli speaker ufficiali e quelli romani, gli inviati dei grandi network e i politici. Ma non De Rossi. Che si è regalato un sobrio finale con passerella per tutto lo stadio, con figli e moglie accanto, e un inchino, onesto e profondo, per ringraziare i suoi fan. Gli altri come lui: tifosi della sua, della loro, Roma.

    Aggiornamento ore 09,35

    Tra i saluti più emozionanti riservati a DDR, quelli di Claudio Ranieri, l’allenatore romano e testaccino arrivato anche lui ai saluti di addio alla Roma alla sua seconda esperienza da tecnico. Ranieri, applaudito e esaltato dai tifosi anche con striscioni molto emozionanti, è crollato di fronte alle lacrime irresistibili dopo essersi inchinato al popolo giallorosso. Nel post gara ha parlato di questo, scherzando nel parlare di pioggia e non lacrime, e di tanto altro. A partire dal suo futuro. “Non lo so, è da tanto che alleno anche all’estero, mi sento un allenatore internazionale. Andrò dove ci sarà un progetto importante. Il mio karma dice che dove ci sarà da mettere le toppe mi chiameranno “, ha detto. Per ammettere la delusione sulla mancata Champions conquistata. “Volevo portarla in Champions, e mi spiace non essere riuscito in questa impresa, ma vado via soddisfatto e convinto di aver fatto il massimo.” E poi, ovviamente, si parla di Pallotta. E della sua decisione di non rinnovare il contratto a DDR. “Cosa si è perso oggi Pallotta? L’amore, quello per Daniele e per la Roma. Credo però che avrà visto tutto in diretta in America, e ancora di più avrà capito cosa vuol dire essere il presidente della Roma”. Da tifoso, poi, la chiusura sul suo successore: “Resterò sempre un tifoso della Roma. Chiunque arrivi, l’importante è che faccia bene. Gli auguro il meglio”. A De Rossi, poi, sono sopraggiunti tanti omaggi, e tra questi, alcuni dei più toccanti sono quelli dei suoi ex compagni. “Quattro anni passati insieme, tanti momenti condivisi che ci hanno sempre più uniti, sei stato lucido e forte nelle situazioni difficili.  Con la tua coerenza sei riuscito a fare gruppo e squadra per superare coesi ogni difficoltà per la tua amata maglia e per la tua città. Mi viene in mente un momento: il 10 aprile dell’anno scorso. Io mi procuro il rigore, tu lo trasformi. La prova che con l’unità di squadra nessun risultato è precluso, nemmeno la semifinale di Champions League.  Grazie per tutto.  Ti voglio bene brate moj”: questo è il post con cui Dzeko ha voluto salutarlo. “Non servono parole…. ciao fratello mio, ti voglio bene” ha scritto con sintesi Lorenzo Pellegrini che ne aveva già parlato ai microfoni Sky nel corso di Roma-Parma. El Shaarawy scrive “Infinitamente GRAZIE !!!”. E anche la stellina ambiziosa della cantera, Alessio Riccardi, ha ringraziato il capitano con una stories social.  Federico Fazio, ha citato il capitano stesso, per ringraziarlo. “’Nessun mai vi amerà più di me’ Grazie DDR”.

    Aggiornamento 14,02