ESTERI

Autopsia, George Floyd positivo al coronavirus. Obama: “Ora il vero cambiamento”

George Floyd, il 46enne afroamericano soffocato da un agente di polizia, è risultato positivo al coronavirus, ma “era asintomatico”. È quanto emerso dall’autopsia ufficiale.

Morte Floyd, continuano le proteste

Non si fermano le proteste negli Stati Uniti per il nono giorno di fila per la morte di George Floyd. Le manifestazioni però sono state meno violente dei giorni scorsi e senza saccheggi, anche se a New York sono state arrestate altre 90 persone, che si aggiungono ai 280 arresti di martedì.

San Francisco, giovane ucciso per errore

Lunedì scorso un agente ha ucciso un giovane manifestante, il 22enne Sean Monterrosa, a San Francisco, in California. Durante le proteste per la morte di George Floyd, il poliziotto aveva scambiato il martello del ragazzo per una pistola e, pensando si trattasse di un’arma da fuoco, gli ha sparato cinque colpi. Il poliziotto è stato sospeso in attesa degli esiti dell’indagine.

Obama: “Ora il vero cambiamento”

“C’è qualcosa di diverso questa volta”, ha detto l’ex presidente Barack Obama in un intervento in streaming su Obama.org, parlando delle proteste nel paese. “Negli ultimi mesi abbiamo assistito a eventi più grandi di quanti io ne abbia visti in vita mia – ha cominciato Obama – Ciò che è accaduto nelle ultime settimane sono le sfide e i problemi strutturali presenti negli Stati Uniti, che ora sono stati messi in evidenza. Non sono il risultato di situazioni contingenti, ma di una lunga storia di schiavitù”. Obama ha poi incoraggiato i giovani: “Voglio che voi sappiate che voi contate e che le vostre vite contano“, riferendosi al Black lives matter (le vite dei neri contano) che guida le proteste di questi giorni. “Per realizzare un vero cambiamento – ha proseguito – dobbiamo evidenziare l’esistenza di un problema e mettere a disagio le persone al potere, ma dobbiamo anche tradurlo in soluzioni pratiche per le leggi che possano essere attuate e monitorare”. Per questo l’ex presidente ha spinto sulla necessità di sfruttare questo momento per “attuare le riforme” capaci di cambiare realmente il paese.

James Mattis contro Trump

Dopo George W. Bush e Mark Esper, anche l’ex capo del Pentagono James Mattis attacca Trump. Il presidente “cerca di dividerci – ha detto l’ex segretario alla Difesa – È la conseguenza dei suoi sforzi in questi tre anni e di una leadership immatura”, definendo “un abuso di potere” l’eventuale utilizzo dell’esercito per sedare le rivolte.

La replica del tycoon non si è fatta attendere. Ovviamente via Twitter: “Probabilmente l’unica cosa che abbiamo in comune io e Obama è che entrambi abbiamo avuto l’onore di licenziare Jim Mattis, il generale più sopravvalutato del mondo. Sono contento se ne sia andato!”. Mattis lasciò l’incarico nel 2018 dopo uno scontro con il presidente.

Mario Bonito