BARI – SABELLI IN APERTURA DEL CONGRESSO DELL’ANM: ‘OGGI C’È PIÙ ATTENZIONE SULLE INTERCETTAZIONI CHE SULLA MAFIA

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    Un discorso, quello pronunciato da Rodolfo Sabelli, presidente dell’Associazione nazionale magistrati, in apertura della sua relazione al XXII congresso dell’organismo di rappresentanza dei magistrati (al teatro Petruzzelli di Bari, alla presenza del Presidente della Repubblica Mattarella), incentrato sul ruolo dei magistrati rispetto alla società ed alla politica, e rivendicando “Il principio di indipendenza e autonomia dei giudici, che nessuno in astratto mette in discussione, costituisce uno dei cardini degli equilibri istituzionali. L’indipendenza non si alimenta di ossequio formale ma di una cultura fondata sul rispetto. Sono i temi sui quali oggi si sviluppano tensioni nuove o si riaccendono altre antiche e mai davvero sopite, che alimentano delegittimazione e sfiducia nel sistema giudiziario”. Poi, sulla politica in particolare, il presidente ha sottolineare come “la tensione fra politica e magistratura, legata per anni a vicende giudiziarie individuali, ha finito con l’offrire di sé un’immagine drammatica ma, in realtà, semplificata. Oggi quei rapporti sono restituiti a una dinamica meno accesa nella forma ma più complessa”. Sabelli ha quindi tenuto sottolineare che “va respinta l’idea strisciante che a minori garanzie e a minori controlli possa corrispondere una maggiore crescita, come se il problema consistesse nella regola e non piuttosto nella sua violazione. L’approdo di una tale impostazione sarebbe la subordinazione della politica e della giurisdizione al potere economico, in una pericolosa prospettiva tecnocratica, sostanzialmente antipolitica”. Quindi l’esponente dei Magistrati ha affrontato diversi temi legati al ruolo dell’associazione che rappresenta, iniziando dalle intercettazioni, un fenomeno che “ha finito con l’assumere una centralità che, oltre a nuocere alla serenità della riflessione, risulta perfino maggiore dell’attenzione dedicata ai problemi strutturali del processo e a fenomeni criminali endemici.  Senza volere indulgere a facile enfasi non posso tuttavia non sottolineare la gravità di una criminalità organizzata diffusa ormai in ogni ambito e le forme di pesante devianza infiltrate nel settore pubblico e in quello dell’economia”. Poi il contrasto alla corruzione: “A fronte del previsto aumento delle sanzioni per taluni reati comuni, che sembrano più il cedimento a generiche istanze securitarie e a superficiali appetiti giustizialisti che scelte operate di un disegno consapevole di rafforzamento dell’intervento penale, è incoerente la timidezza mostrata finora nella disciplina dei mezzi di contrasto al fenomeno della corruzione, secondo le linee indicate dalle convenzioni alle quali l’Italia ha aderito”. E spesso le condotte corruttive “si uniscono a fenomeni di criminalità organizzata, e per mezzo di essi,  le realtà mafiose si insinuano nel tessuto della pubblica amministrazione”. Per questo occorrono “maggiore determinazione e più penetranti strumenti di indagine e di prova”. “Concussione, traffico di influenze, corruzione privata – prosegue Sabelli – ancora attendono una sistemazione definitiva, adeguata alle caratteristiche e alla gravità di tali condotte. Se vanno salutate con favore l’introduzione del delitto di autoriciclaggio, la riforma della falsità in bilancio, tuttavia le nuove norme presentano limiti tecnici che le prime applicazioni giurisprudenziali cominciano a rivelare”.  Sabelli ha poi commentato ‘le novità’ sulla prescrizione: “è deludente il disegno in esame al Senato, che si limita timidamente a prevedere un aumento dei termini per le fasi di Appello e Cassazione, senza affrontare l’esigenza di una riforma strutturale dell’istituto, che ponga rimedio ai guasti prodotti dalla legge del dicembre 2005 e accolga i richiami che da tempo giungono dall’Europa, fino alla recente sentenza della Corte dell’Unione sulle frodi Iva”. Da evidenziare inoltre come, per l’Anm, vi siano “lacune legislative in materie delicate quali i rapporti di convivenza e il fine vita, oggetto di casi giudiziari anche drammatici, vedono il giudice affrontare ancora, da anni, un impegno difficile e solitario, a fronte di una richiesta di giustizia che viene da una società in continua evoluzione”.

    T.M.