Cyberbullismo, dopo ok del Senato il provvedimento passa alla Camera – Michelle Zeppieri

    Prendono il via i provvedimenti per il bullismo in rete. Il Senato ha già approvato all’unanimità il ddl contro il cyberbullismo, adesso tocca alla Camera.

    Valeria Fedeli, vicepresidente del Senato, ha dichiarato «Con il voto espresso oggi in aula, sul ddl per il contrasto del cyberbullismo, si è scelto di intervenire su questo tema nella prospettiva della tutela dei minori, colmando un vuoto legislativo e puntando sull’educazione, e credo sia molto importante che questo provvedimento rappresenti anche un passo in avanti in linea con il più avanzato diritto europeo».

    Il bullismo, anche virtuale, è un fenomeno sempre più diffuso tra gli adolescenti, che coinvolge soprattutto «ragazze e ragazzi denigrati per la loro identità di genere, per il loro orientamento sessuale o per le loro origini etniche e religiose, ma che ha specificità difficili da contrastare» spiega Fedeli «laddove si esercitano violenze virtuali e discriminazioni telematiche sui social network, ci pone davanti a una sfida educativa di primo piano, che coinvolge la scuola, le famiglie, le Asl e le Forze dell’ordine nel saper costruire e condividere una cultura del rispetto, della valorizzazione delle differenze, del superamento degli stereotipi e dei luoghi comuni, dell’uso consapevole della rete come elemento trasversale alle diverse discipline curricolari, e con il provvedimento votato oggi avremo gli strumenti idonei per affrontare il fenomeno proprio in questa prospettiva».

    Elena Ferrara, prima firmataria del ddl, ha parlato del decreto di legge. «Abbiamo puntato su formazione, prevenzione e misure concrete, si introduce la procedura di ammonimento, come avviene per lo stalking, al fine di responsabilizzare i minori ultraquattordicenni che si sono resi responsabili di condotte riconducibili a fattispecie di reato, si conferisce un marchio di qualità alle aziende che adottano configurazioni child friendly per i dispositivi e le piattaforme, e collaborano con i provider in maniera costruttiva anche mediante codici di autoregolamentazione; i minori ultraquattordicenni potranno richiedere direttamente la cancellazione di materiale lesivo e in caso di mancato accoglimento si prevede il ricorso all’intervento dell’Autorità Garante della Privacy».