Dl Dignità: alcuni passaggi chiave

    Per quanto riguarda la parte relativa al lavoro, il decreto tenderà ad occuparsi sia di dipendenti che di datori. Per incentivare il tempo indeterminato e diminuire il precariato, i dipendenti saranno assunti a tempo determinato solo se l’azienda ne avrà specifica necessità e per una durata non superiore ai 12 mesi. Il rinnovo con questa base contrattuale scatterà solo se l’azienda avrà esigenze temporali differenti o se disporrà di certi limiti strutturali. Il datore che assumerà a tempo determinato dovrà pagare il 0,5% in più di contributi, pari al 1,4% della retribuzione imponibile ai fini previdenziali. Inoltre se il dipendente viene licenziato senza giusta causa, ha diritto fino al 50% dell’indennizzo, che può arrivare fino a 36 mensilità. Il governo colpirà anche quelle aziende che, avendo beneficiato di aiuti statali, decidono di delocalizzare altrove e di mandare a casa i propri lavoratori. In questo caso, l’ente in questione dovrà restituire il doppio o il quadruplo di quanto lo Stato gli abbia fornito. Invece per la parte concernente la semplificazione fiscale, le norme varate riguarderanno la disattivazione del redditometro e l’invio di fatture emesse e ricevute (lo spesometro) che avverrà ogni anno e non più ogni tre-sei mesi. Il decreto dignità si occuperà anche dei professori di lauree magistrali licenziati che, con una proroga di 120 giorni, avranno più tempo per trovare un’altra sistemazione. Tra gli impegni che il governo si assumerà vi rientra la lotta contro la ludopatia, che dovrà passare per una diminuzione delle pubblicità di giochi e scommesse sui diversi media (mentre i concorsi legati alle lotterie nazionali non saranno toccate dal decreto dignità)