FRANCIA – GLI 80 ANNI DELL’IRRIVERENTE E TALENTUOSO ALAIN DELON: UNA VITA DI DONNE ED ECCESSI

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    E’ l’eterna icona della bellezza maschile. Un attore talentuoso, ma anche un ‘playboy di razza, arresosi a un altro mito del cinema come Romy Schneider. Una vita, quella di Alain Delon, che giunta a quota 80 anni (li compirà domenica), racchiude in sé i fasti, gli eccessi e le emozioni di cento vite. Una vita romanzesca quella di Alain: nato a Sceaux, poco fuori Parigi, l’8 novembre 1935, a soli 4 anni viene abbandonato dai genitori, e affidato a un collegio di suore, cambiando spesso istituto per via del suo carattere ribelle. A 14 anni chiude con la scuola, lavorando nella macelleria del patrigno, mentre tre anni dopo decide di arruolarsi nella marina francese, finendo di stanza a Saigon, dove trascorre cinque anni e undici mesi di prigione per indisciplina. Tornato in Francia, e dopo aver svolto le professioni più disparate, dal facchino al cameriere, viene notato dal regista francese Yves Allegret, che lo lancia nel mondo del cinema, dove esordisce vestendo i panni di Godot, proprietario di un locale notturno coinvolto nella malavita, nell’omonimo film del 1958. Lo stesso anno recita al fianco di Jean-Paul Belmondo in ’Fatti bella e taci’, che la stampa transalpina etichetterà come suo eterno rivale. Successivamente gira ’L’amante pura’, pellicola che gli permette di incontrare Romy Schneider, con la quale vivrà un’intensa e tormentata storia d’amore. Gli anni Sessanta sono quelli della consacrazione internazionale, grazie all’incontro con Luchino Visconti, che lo sceglie per interpretare ’Rocco e i suoi fratelli’, dove veste i panni di Rocco e poi quelli di Tancredi Falconeri in ’Il Gattopardo’. Seguiranno altre fortunate pellicole, come ’L’eclisse’ di Michelangelo Antonioni, ’Che gioia vivere’ di René Clément, ’Colpo grosso al casinò’ nel 1963, diretto da Henri Varneuil e il kolossal ’Parigi brucia?’ sempre di Clément. Se il successo sul grande schermo è inarrestabile, la sua vita sentimentale inizia a sgretolarsi. Lascia Schneider, e nel 1964 sposa Nathalie Delon, al secolo Francine Canovas, attrice da cui avrà Anthony, prima di divorziare appena quattro anni dopo. Tra la fine degli anni ’60 e l’inizio dei ’70, Delon cambia genere, concentrandosi su film polizieschi e polar, come la pellicola di Melville, ’Frank Costello faccia d’angelo’ (1967), o ’Il clan dei Siciliani’ di Verneuil, mentre il 1969 è l’anno di ’La piscina’, cui seguirà ’Borsalino’ (1970,) di nuovo al fianco di Belmondo e ’La prima notte di quiete’ nel 1972, diretto da Valerio Zurlini. Oltre 90 film, che negli anni gli valgono anche un César come miglior attore protagonista per il film di Bertrand Blier ’Notre Histoire’, non lo risparmiano dalla depressione, che lo spingono, come confessa nel 2005 alla stampa, sull’orlo del suicidio. Sempre nel 2005 l’allora presidente francese Jacques Chirac gli conferisce la legione d’onore. Sconfitta per sempre la depressione, come disse in un’intervista qualche anno fa, e nonostante le dichiarazioni sugli omosessuali (ospite in una trasmissione disse che sono “contronatura”), oggi l’ottantennte più irriverente del grande schermo sembra avere finalmente trovato la serenità.

    M.