LA NATO BACCHETTA ALCUNI PAESI MEMBRI CHE, ITALIA IN PRIMIS, NON RISPETTANO GLI ACCORDI CHE PREVEDONO DI INVESTIRE IL 2% DEL PIL PER LA DIFESA. STOLTENBERG: ‘FERMARE I TAGLI’

    concorso-ufficiali-2.jpg (1000×563)

    “Siamo consapevoli che diversi alleati della Nato hanno difficoltà con i bilanci, con il deficit e affrontano sfide su come aumentare le spese per la difesa. Ciò detto, si tratta sempre di come dare la priorità alla difesa. Mi aspetto che i 28 alleati mantengano gli impegni che hanno concordato. Quello che abbiamo concordato sono tre passi:fermare i tagli alla difesa, aumentare gradualmente la spesa per la difesa e poi muovere verso l’obiettivo del 2%”. Incontrando i giornalisti alla vigilia della riunione dei ministri della Difesa dell’Alleanza – a Bruxelles  – il segretario generale dellaNato,Jens Stoltenberg, mette subito le cose in chiaro rispetto ai vincoli di bilancio che l’Italia ha, come altri Paesi, per via del patto di stabilità. Stoltenberg ‘intima’ quindi loro di rispettare l’obiettivo fissato dalla Nato, quello di investire il 2% del Pil per la difesa. Dunque anche l’Italia deve “fermare i tagli” al settore e”iniziare ad aumentare la spesa per la difesa”. Dai dati in possesso della Nato relativi al Pil stimato per il 2016, aggiornati a luglio, rivelano che, tra gli alleati soltanto gli Usa (3,61% del Pil), Grecia (2,38%), Regno Unito (2,21%), Estonia (2,16%) e Polonia (2%), rispettano l’obiettivo. L’Italia spende l’1,11% (in aumento comunque rispetto al 2015), la Germania l’1,19%, la Francia l’1,78% (è la più vicina al target tra i ’ritardatari’), la Turchia l’1,56%, il Canada lo 0,99%. Quello che spende meno è il Lussemburgo, allo 0,44% del Pil.”Non ci aspettiamo – aggiunge Stoltenberg – che tutti gli alleati rispettino l’obiettivo del 2% immediatamente, ma ci aspettiamo che tutti gli alleati fermino i tagli al settore e inizino ad aumentare la spesa per la difesa. Ed è questo il caso anche dell’Italia. Il quadro è misto: alcuni Paesi sono al 2% o vicini al 2%, altri invece hanno difficoltà. Io continuerò a sottolineare che tutti gli alleati devono rispettare gli impegni che hanno preso.Nelle mie due conversazioni telefoniche con il presidente Usa Donald Trump – rivela il segretario generale della Nato – la spesa per la difesa è stata uno degli argomenti principali. Trump ha chiaramente espresso un forte impegno per la Nato e per il legame transatlantico, main entrambe le telefonate ha anche sottolineato l’importanza di un ’burden sharing’, di una condivisione degli oneri più equa, dicendo che quei Paesi che spendono meno del 2% del Pil devono rispettare l’obiettivo.E io sono d’accordo con lui”.

    M.