L’ESERCITO NIGERIANO LIBERA ALCUNE DELLE STUDENTESSE RAPITE DA BOKO HARAM

    Al momento non è stato ancora indicato con esattezza il numero esatto di quante donne, tra giovani studentesse ed insegnati, siano ancora nelle mani del comando terrorista di Boko Haram. Come dicevamo ieri, nelle concitate fasi dell’attacco sferrato contro una scuola a Dapchi, nel nord della Nigeria, moltissime sarebbero riuscite a fuggire via, riparando nella boscaglia circostante e nei vicini villaggi. ’A caldo’, poche ore dopo l’irruzione nella scuola, Mohammed Lamin, commissario per l’educazione dello Stato, aveva parlato di circa 50, tra alunni e insegnanti, scomparse. Tuttavia, ma anche qui si tratta di cifre ’ballerine’, c’è chi afferma che almeno 60/90 ragazze sarebbero state portate via dai terroristi, a bordo dei loro camion. Stamane la Bbc ha riferito che l’esercito nigeriano avrebbe tratto in salvo “un numero imprecisato di ragazze, dai terroristi che le hanno rapite”. Una notizia confermata anche da Abdullahi Bego, il portavoce del governatore di Yobe, Ibrahim Gaidam il quale, ha affermato al ’Daily Post’: “A breve forniremo maggiori dettagli sul loro numero e condizione”. Dopo l’eclatante rapimento di 200 studentesse, avvenuto nel 2014 (per la cui liberazione si mobilitarono le celebrità di tutto il mondo), Boko Haram ha introdotto una pericolosa e ripugnante ’variante’ rispetto alle stragi ed agli attacchi dinamitardi nel Paese, colpendo direttamente le famiglie, il popolo nel suo quotidiano. Come non vivere con il terrore addosso, all’idea che qualcuno possa ’rapire’ un’amata figlia per usarla come sfogo sessuale per poi avviarla alla schiavitù? Ma inspiegabilmente – senza contare poi l’eccidio sistematico dei cristiani locali – la comunità internazionale non dimostra di essere così colpita da quanto accade in Nigeria. Salvo poi condannare (a distanza), tali atti, senza però far nulla per prevernirli o combatterli.
    M.