MINACCE ISIS – GENTILONI: ‘SICUREZZA RAFFORZATA NON DOBBIAMO ESSERE PRIGIONIERI DEGLI ALLARMI. IN SIRIA NESSUN INTERVENTO ARMATO MA POLITICO’

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    “Certamente in queste ore, in questi giorni c’e’ una preoccupazione diffusa, soprattutto dopo quello successo a Parigi ma alla fine credo che non dobbiamo essere prigionieri di questa preoccupazione, di questo allarme. E’ molto importante che l’Occidente, l’Italia da una parte rafforzi i livelli di protezione sopportando qualche disagio, qualche fatica, il fatto che a Piazza San Pietro ci siano meno persone, file per il metal detector allo stadio, ma senza rinunciare al modo in cui siamo abituati a vivere. Perché sarebbe un regalo a Daesh”. E’ la ricetta del ministro degli Esteri, esplicata nel corso di ‘Agora’ su Raitre, in merito al clima di paura che, legittimamente, serpeggia nelle nostre strade. “Credo che il ministro dell’Interno ha spiegato più volte che siamo ad un livello di allerta molto elevata – ha detto Gentiloni – Naturalmente l’allerta si concentra nei luoghi indicati ieri anche dal Fbi, in generale nei grandi luoghi simbolici, nei luoghi di incontro, dagli stadi alle cattedrali a San Pietro. Le segnalazioni di allarme le prendiamo sempre sul serio soprattutto se vengono dai nostri maggiori alleati”. Poi il ministro ha giustamente ribadito quanto vanno ripetendo da giorni i nostri istitutori: “Non c’e’ nessun paese europeo che può sentirsi escluso da questa dinamica. Sappiamo che lo stesso avviso pubblicato dall’ambasciata americana non è un invito a non andare in Italia ma una raccomandazione ai turisti a stare particolarmente attenti ad alcuni luoghi e zone e questo fa la differenza. Poi – ha confidato Gentiloni – ci sono le 5 persone, i 5 nominativi sui quali da ieri pomeriggio le nostre forze di sicurezza stanno lavorando per identificarle”. Quanto ad un eventuale intervento armato in Siria:  “Nessuno metterà scarponi in Siria, né Obama né noi”, ha dichiarato il titolare del dicastero degli Esteri, facendo sua l’eloquente ma orribile sillogismo dello ‘scarpone’.  “Siamo tutti consapevoli, Francia inclusa, che la via di uscita per la crisi siriana è di natura politica. Non abbiamo bisogno di ripetere gli errori fatti per esempio in Iraq e Libia – ha poi aggiunto – Oggi si può trovare un percorso per allontanare il dittatore Assad senza lasciare un vuoto che oggi potrebbe solo essere riempito da Daesh o al Nusra. Questo è il lavoro che dobbiamo fare in Siria, con serietà e senza particolari proclami roboanti”.

    M.T.