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Processo Spada, confermata in appello la mafiosità del clan: 17 condanne e 150 anni di carcere

Confermata in Appello l’associazione a delinquere di stampo mafioso per il clan Spada. Lo ha stabilito la Prima corte d’Assise d’Appello di Roma nel processo contro il clan di Ostia nei confronti di diciassette persone, per un totale di centocinquant’anni di carcere. Tra i reati contestati, a vario titolo, omicidio, estorsione e usura.

“È palese che il sodalizio capeggiato dagli Spada rivesta indiscutibile stabilità e durevolezza – scrivono i giudici nella sentenza – attraverso il dispiegarsi di sistematiche condotte di spoliazione, prepotere, violenza, infiltrazione e intimidazione e che presenti una solida organizzazione”.

Confermato il carcere a vita a Roberto Spada, già condannato per la testata al giornalista di Nemo, Daniele Piervincenzi. Pena ridotta invece, dall’ergastolo a 17 anni, per Carmine Spada, detto Romoletto, e a 12 anni per Ottavio Spada, detto Maciste.

“A Roma non c’è spazio per questi criminali – ha commentato su Twitter la sindaca di Roma Virgina Raggi – Noi siamo al fianco dei cittadini che denunciano violenze e soprusi”.

Il maxi processo è nato dall’indagine della Dda di Roma, coordinata dai pm Ilaria Calò e Mario Palazzi, che aveva portato agli arresti avvenuti il 25 gennaio 2018 nel corso dell’operazione ”Eclissi”.

Mario Bonito