Proposta legge: albo professionale per prostitute

    Arriva una proposta di legge veneta legata alla possibilità di creare un albo professionale per le prostitute. Secondo questa proposta, le prostitute dovrebbero emettere fattura e disporre di regolare partita Iva. Una sorta di regolamentazione per le prostitute che di certo farà discutere: è l’iniziativa sostenuta dal centrodestra: “lo Stato guadagnerà miliardi”. L’idea è predisporre anche delle multe salate per le prostitute che non si registrano ed il carcere per l’istigazione alla prostituzione in quanto tale.
    Dunque le prostitute potrebbero diventare liberi professionisti a norma di legge, con il diritto di ricevere un equo compenso e l’obbligo di emettere una fattura e di iscriversi all’albo di categoria: è quanto prevederebbe la proposta di legge statale di iniziativa regionale, inserita all’ordine del giorno nella seduta della commissione Sanità a Palazzo Ferro Fini, che punta a regolarizzare l’attività del meretricio.
    “Credo sia giunto il momento di trattare questa pratica senza falsi moralismi, senza il perbenismo che produce solo guerre di principio e nessun risultato pratico”, dichiara il promotore Antonio Guadagnini (Siamo Veneto) nella relazione di accompagnamento al testo. Il dossier arriverà a Camera e Senato proponendo di superare la storica legge Merlin ad oltre sessant’anni dal suo debutto.
    E’ infatti dal 1958, anno in cui la senatrice veneta Lina Merlin chiuse le “case chiuse” che la discussione sulle prostitute e sulle attività da esse svolte non ha mai smesso di essere al centro dell’attenzione pubblica e politica. Anche Matteo Salvini ne aveva parlato: “Se dobbiamo sconfiggere la criminalità, togliamo dalle strade la prostituzione. Va regolamentata e tassata come nei Paesi civili”. C’era poi stata la legge del senatore della Lega Gianfranco Rufa per il divieto dell’esercizio della professione nei luoghi pubblici: che, riveduta e corretta spuntata ora alla Regione Veneto. Lì, infatti, il consigliere Antonio Guadagnini del gruppo indipendentista Siamo Veneto mira proprio all’istituzione di un albo delle lavoratrici del sesso in ogni Comune: “Oggi lavorano in Italia 70 mila prostitute. Quasi la metà secondo i dati della Commissione Affari sociali della Camera sono immigrate. Duemila sono minorenni e altrettante sono ridotte in schiavitù e costrette a vendersi. Il fenomeno è dilagato in strada. Le case chiuse si sono trasformate in appartamenti, stanze d’albergo compiacenti e automobili”.