ROMA, IN STATO DI EBBREZZA, TAMPONA UN’AUTO E FUGGE. INTERVIENE LA POLIZIA CHE RINVIENE SUL SEDILE POSTERIORE DELL’AUTO UN FUCILE PRONTO ALL’USO

    Tutto nasce da un banale incidente stradale in zona ponte Milvio. Una monovolume tampona un’utilitaria ma il conducente non si ferma per la consueta constatazione dei danni e lo scambio dei dati. La vittima del tamponamento, in auto con la madre, lo insegue, riuscendo ad affiancarlo ed a farlo fermare proprio nelle adiacenze del Commissariato Ponte Milvio. Alla donna, constatato l’assoluto rifiuto a fornire le proprie generalità, non è rimasto altro che rivolgersi agli agenti poco distanti. Recatisi sul posto, i poliziotti diretti dal dr. Massimo Improta hanno da subito constatato il forte alito vinoso del conducente dell’auto che aveva causato l’incidente, ed il suo stato confusionale. Ma soprattutto, guardando all’interno della sua autovettura, hanno scorto un fucile di precisione con ottica per tiro a lunga distanza, che si constaterà poi avere un proiettile “camerato”, quindi pronto all’uso, posizionato sul sedile posteriore. L’uomo, identificato per D.F., 48enne italiano, ha subito detto di avere a casa un’altra arma, una pistola 44 magnum, ma di avere il porto d’armi. In realtà, i successivi accertamenti hanno in effetti permesso di appurare che l’uomo aveva effettivamente avuto in passato un porto d’armi per uso caccia, ma che lo stesso era scaduto da circa 4 anni e da allora mai rinnovato. Nella sua abitazione, nel corso di una successiva perquisizione, è stata poi rinvenuta, e sequestrata, la pistola che l’uomo aveva detto di possedere, oltre a vario munizionamento. Sul posto sono stati fatti intervenire gli agenti di Roma Capitale, che hanno sottoposto a controllo con etilometro il fermato. L’accertamento ha confermato i sospetti dei poliziotti: i valori rilevati sono risultati essere abbondantemente al di sopra del consentito.

    Per questo motivo l’uomo è stato denunciato e l’auto sequestrata. L’arresto, invece, è scattato per il porto abusivo ed il possesso delle armi. Ancora tutti da chiarire i motivi per i quali D.F. girasse con un fucile del genere, pronto all’uso. Sembrerebbe, dalle prime indagini, che l’uomo si sentisse minacciato, forse da qualcuno a lui vicino.

    Saranno le successive indagini, ancora in corso, a cercare di far piena luce sulla vicenda.