SALUTE – IL POTERE LOGORA CHI NON CE L’HA: I LAVORI UMILI GENERANO STRESS E MALATTIE

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    Aveva proprio ragione ‘nonno Giulio’ (affettuosamente Andreotti), quando scriveva che il potere logora… chi non ce l’ha! Lo conferma attraverso una ricerca pubblicata dalla rivista scientifica ’Neurology’ , un’equipe di studiosi cinesi i quali, senza ombra di dubbio, asseriscono che, purtroppo, le professioni umili – e con zero potere decisionale – sono quelle maggiormente stressanti. Hai voglia a sentire gli sfoghi di avvocati, manager o medici, almeno in questo caso, per quel che concerne lo stress, ‘contano’ molto più di loro i camerieri o gli infermieri. Ovviamente questa ‘spietata’ classifica non vuole essere discriminante nei confronti dei lavoro più umili ma, di contro, sottolinearne la forte componente ‘invalidante’ in termini di stress, come sappiamo, in termini psicofisico pericolosissimo se protratto nel tempo. Dunque, chi è ‘obbligato’ ad eseguire o ad assecondare soprusi e capricci dei subalterni, senza riuscire a gestirne le castranti umiliazioni interiori, ha una possibilità del 58% in più degli altri lavoratori, di andare incontro a un’ischemia. Ed è altrettanto provato che spesso si tende a tamponare lo stress rifuggendo in vizi come il fumo e l’alcol, amplificando così di fatto la malaugurata incidenza di pericolose patologie fisiche. “E’ possibile che alti livelli di stress spingano a comportamenti dannosi per la salute, come mangiare male, fumare e fare poca attività fisica” sottolinea infatti Dingli Xu della Southern Medical University di Guangzhou.  Questo perché, stando agli esiti dello studio (ma non ci vuole tanto per capirlo), anche svolgendo professioni stressanti o faticose, i professionisti sfuggono allo stress in funzione del fatto di rappresentare categorie prestigiose e stimate. Chi purtroppo se la vede peggio di tutti, gli operai, e quanti sottoposti a rotazione di turni di lavoro, con medie di molte ore rispetto alla media.  “Basandoci su questo studio, è ragionevole pensare di testare soluzioni che aumentino il controllo sul lavoro, come decentralizzare i processi decisionali e aumentare la flessibilità, ricorrendo per esempio al telelavoro. Se funzionano, questi cambiamenti possono avere un forte impatto sulla salute pubblica”, spiega  Jennifer J. Majersik della University of Utah di Salt Lake City e membro dell’American Academy of Neurology, che nel corso dei suoi lunghi studi su questo fenomeno.  Dal canto suo Christopher Allen, Senior Cardiac Nurse alla British Heart Foundation, sottolinea come “Lo stress può condizionare le persone in molti modi diversi. Mentre alcuni iniziano a mangiare cibo spazzatura, altri preferiscono fumare o evitare il movimento. Tutte cose che aumentano il rischio di attacchi di infarti”.  Pur non essendo medici o eminenti studiosi, visti anche i tempi che corrono, pensiamo sia invece necessario pensare positivo: il lavoro è un mezzo di sostentamento. Siamo tutti ormai abbastanza svegli per capire che qualsiasi lavoro se esiste è perché necessario alla società. Dunque, per quanti sono ‘obtorto collo’ costretti a ‘subire’ ingerenze o rimbrotti sul posto di lavoro: se fuori legge denunciatele, se frutto di negazioni interiori, pensate a quanto vi occorrono quei soldi e di come programmare le vacanze, il week end, o una giornata con le persone che vi stanno a cuore. Morire per un lavoro no davvero…

    Max