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Superbonus 110% cosa ci aspetta dopo le modifiche

Superbonus 110%: dovrebbero essere scavalcati i vincoli dei soli clienti professionali come soggetti a cui le banche potevano cedere i crediti. Con questa modifica si tenta di far ripartire il mercato dei crediti e rimediare allo stop dei cantieri che è una delle questioni su cui insistono diverse componenti, a partire dal ministro del lavoro Orlando passando per le sigle sindacali.

In particolare infatti l’occupazione nel settore edile, ma anche molte imprese, non stanno vivendo un ottimo momento e questi meccanismi potrebbero, invece, invertire la rotta.

In particolare Confartigianato afferma come 47mila le imprese hanno crediti che non possono vendere, e il dramma di un corto di liquidità è alle porte.

Il presidente del Consiglio non è un amante del Superbonus: pensa che i costi siano alti come le frodi (oltre 5,6 miliardi di euro).

Le posizioni del governo sul superbonus

Per questo il governo, e in particolare per Draghi vorrebbe dire no al superbonus: ma alla fine dei giochi, con le variazioni del decreto aiuti, è giunta ancora una modifica che dovrebbe incentivare lo sblocco degli stop sulla cessione dei crediti che è uno dei nodi del Superbonus, delle sue problematiche.

Stando a questa valutazione, la cessione poteva esser fatta un numero svariato volte ma questi passaggi di crediti di società in società o fra diversi intermediari aumentavano le frodi, garantendo di vendere o riscuotere crediti per lavori mai conclusi rendendo quasi inaccettabile il tracciamento di tutto il percorso.

Pertanto il governo con il decreto Sostegni ter, aveva ridotto il numero delle volte in cui i crediti potevano essere ceduti. Ma tale misura era stata fin da subito contrastata fino a una ulteriore modifica che aveva permesso tre cessioni, di cui una libera (vale a dire verso chiunque) mentre la seconda e la terza a soggetti vigilati dalla Banca d’Italia.

Dunque le imprese potevano acquistare i crediti ma girandoli solo alle banche e soggetti simili che a loro volta potevano fare lo stesso. La nuova procedura, allungava però tempi di cessione e alcune banche, per di più, avevano affermato ai clienti di non essere più disposti ad acquistare crediti fiscali.