Tav e Diciotti, il governo sbanda

    Il governo gialloverde sembra sempre più diviso: il M5S preme per il si al processo a Salvini e il no alla Tav. La maggioranza di governo soffre di disparità di vedute sempre più accentuate tra quelle che sono la posizione della Lega e quelle del M5S. Dalle autonomie alla Tav, passando dalla Diciotti, l’attuale corpus di governo sbanda. Mentre Salvini appoggia le richieste che arrivano da Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna all’esame del Cdm, il movimento 5 Stelle frena sempre di più sul dossier Tav, con l’analisi dei costi-benefici che invece non convince Salvini, il quale così gela la posizione ferma dell’asse Toninelli. La querelle della Torino-Lione sembra poi in qualche modo legata all’altra grande crepa in seno al governo, il caso Diciotti per appunto.
    Secondo alcuni rumors in seno al governo la posizione di Luigi Di Maio relativa al partner Matteo Salvini ed al processo sarebbe l’ago della bilancia di una mossa che potrebbe, dal punto di vista del M5sm, rappresentare una sorta di chiarimento degli equilibri sostanziali (e d’agenda) del duo giallo-verde; ma dall’altra, anche una delle scosse più pericolose per la tenuta del governo stesso.
    Indipendentemente dall’influenza di Di Maio però, altri spifferi parlano della possibilità che il Movimento 5 Stelle si affidi alla rete dei suoi iscritti e a un voto online su Rousseau per decidere sul caso Diciotti e la richiesta di rinvio a giudizio per il ministro Salvini. In tal senso, Luigi Di Maio, steso per l’equilibrismo complesso dei rapporti con l’alleato, anche alla luce del flop elettorale di domenica scorsa in Abruzzo, si defilerebbe dalle responsabilità di un “no” che andrebbe in capo alla base del movimento.
    D’altro canto in queste ore vibranti leghisti e pentastellati litigano su posizioni troppo discordanti su alta velocità e sull’autonomia regionale, e una presa di posizione dall’alto in merito al processo a Salvini, secondo questa visione di strategia politica per il momento solo supposta, avrebbe le stimmate di un rischio troppo elevato per il M52. Specie alla luce del recente successo dei leghisti nelle regionali abbruzzesi.