‘LA SOVRANITÀ DELL’EUROPA VA CONDIVISA SUI MIGRANTI E LA SICUREZZA’, IL PRESIDENTE DELLA BCE MARIO DRAGHI RILANCIA IL RUOLO DELL’UNIONE

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    “L’Europa deve intervenire solo laddove i governi nazionali non sono in grado di agire individualmente e la risposta deve provenire in primo luogo dal livello nazionale. Occorrono politiche che mettano in moto la crescita, riducano la disoccupazione e aumentino le opportunità individuali, offrendo nel contempo il livello essenziale di protezione dei più deboli”. Sono alcuni dei passaggi del discorso pronunciato da Mario Draghi, presidente della Bce, in occasione del conferimento del premio Alcide de Gasperi. “Se e quando avvieremo nuovi progetti comuni in Europa – ha proseguito Draghi – questi dovranno obbedire agli stessi criteri che hanno reso possibile il successo di settant’anni fa: dovranno poggiare sul consenso che l’intervento è effettivamente necessario; dovranno essere complementari all’azione dei governi; dovranno essere visibilmente connessi ai timori immediati dei cittadini; dovranno riguardare inequivocabilmente settori di portata europea o globale”. Se si applicano questi criteri, aggiunge il presidente della Bce, “in molti settori il coinvolgimento dell’Europa non risulta necessario. Ma lo è invece in altri ambiti di chiara importanza, in cui le iniziative europee sono non solo legittime ma anche essenziali. Tra questi oggi rientrano, in particolare, i settori dell’immigrazione, della sicurezza e della difesa”. Draghi, osservando che “una insoddisfazione crescente nei confronti del progetto europeo ha però caratterizzato gli ultimi anni del suo percorso”, come testimonia l’esito del referendum del 23 giugno scorso nel Regno Unito, rilancia. “Dobbiamo trovare la forza e l’intelligenza necessarie per superare i nostri disaccordi e andare avanti insieme. A tal fine dobbiamo riscoprire lo spirito che ha permesso a pochi grandi leader, in condizioni ben più difficili di quelle odierne, di vincere le diffidenze reciproche e riuscire insieme anziché fallire da soli”. In questo contesto, l’Europa deve dare risposte concrete ai bisogni e anche alle paure dei cittadini. “L’impianto dell’integrazione europea è saldo, i suoi valori fondamentali continuano a restarne la base, ma occorre orientare la direzione di questo processo verso una risposta più efficace e più diretta ai cittadini, ai loro bisogni, ai loro timori e meno concentrata sulle costruzioni istituzionali. Queste sono accettate dai cittadini non per se stesse ma solo in quanto strumenti necessari a dare questa risposta”.