Addio a Pina Cocci, i messaggi di cordoglio della politica

    Pina Cocci si congeda dal mondo politico proprio nella giornata, forse, più significativa per tutto la sua vita fatta di impegno “pasionario” per i suoi ideali. “La perdiamo nel giorno che forse più amava, il giorno della riconquista della Libertà, alla cui difesa Pina ha dedicato tutta la sua vita. Ciao Pina” ha detto il Partito Democratico di Pina Cocci, 66 anni, delegata romana di Tor Bella Monaca. “Una dirigente e una militante fiera e appassionata”, la definisce una nota del partito. E certo quella passione fu visibile nell’assemblea che la rese famosa a livello nazionale quando prese la parola dal palco dove era salita con la carrozzina su cui era costretta fin da piccola: ’Io ora me ne vado. Consegno la delega al presidente. Ma noi dovremo fare un congresso e se stiamo messi così come stiamo messi oggi, nun me chiamate”, aveva commentato in dialetto romanesco.

    Pina Cocci, la “polemica costante” per gli ideali a cui teneva

    Era il 2008, momento delicato per il partito dopo il tracollo della tornata elettorale del 4 marzo e il punto interrogativo sul successore di Matteo Renzi. Pina Cocci però puntata il dito molto più in là, tacciando il proprio partito di aver perso la connessione con la gente, con le periferie, con i deboli. “Da là io sentivo le truppe cammellate. Veniteci nei territori, non vi mettete in bocca la parola ’periferia’. Ma a Tor Bella Monaca chi v’ha mai visto?” commentò aspramente la compianta Pina Cocci. Ai tempi il suo “nun me chiamate più” divenne un hashtag rimbalzato moltissimo su su Twitter. Nicola Zingaretti l’ha ricordata così: “Ciao Pina, ancora non ci credo. Ciao e grazie per la tua passione, il tuo coraggio e i tuoi rimbrotti. Per la tua immensa passione”, ha twittato il nuovo segretario del Pd. Messaggio anche dell’ex segretario Matteo Renzi: “Pina è stata una compagna di strada generosa, appassionata, intelligente; è sempre stata in prima fila alla Leopolda, alle riunioni dell’Assemblea nazionale, persino in tribuna del Parlamento durante il mio discorso sulla fiducia nel febbraio 2014. La sua polemica costante era un modo per dirti che ci teneva. Che ti voleva bene. E anche io le volevo bene, tanto”. E Matteo Orfini: “Pina ma come ti è saltato in mente di andartene così? Proprio ora che il nostro lavoro iniziava a darci soddisfazioni. Anche se tu ovviamente non lo avresti mai ammesso”.