Altro pacco bomba a Torino: nuovo bersaglio degli anarchici

    Continua la “moda” del pacco bomba a Torino: una busta sospetta oggi è stata recapitata ad Alessandro Sciretti, capogruppo del Carroccio nella Circoscrizione 6 della città. Sembra ci siano pochi dubbi sul fatto che la provenienza sia la stessa di quella del pacco bomba indirizzato, nei giorni scorsi, alla sindaca Appendino: infatti, il mittente della nuova missiva è lo stesso, ovvero “Scuola A.Diaz Genova”. Anche il contenuto, in base ai primi rilievi, dovrebbe essere lo stesso: da un esame radiografico, gli artificieri avrebbero confermato che all’interno della busta ci sia polvere esplosiva ed un innesco.

    Altro pacco bomba a Torino: il precedente con la Appendino


    Ancora un pacco bomba a Torino, quindi, dopo quello recapitato direttamente alla sindaca Appendino. In questo caso, il destinatario della busta esplosiva è stato Sciretti. della Lega, che negli ultimi tempi era stato oggetto di polemica dopo aver parlato della Scuola Diaz in merito ai manifestanti che avevano creato disordini in città il 9 febbraio. Tre giorni fa, l’episodio molto simile che ha visto come protagonista la sindaca Appendino. Anche in quel caso, la spedizione che era stata indirizzata
     al Palazzo Civico, all’analisi dellla macchina radiogena aveva svelato al suo interno un innesco e della polvere esplosiva: si trattava dunque di un vero e proprio pacco bomba pronto ad esplodere. Si fa sempre più largo dunque il sospetto che tali azioni siano legate al contesto anarchico: gli inquirenti hanno subito sostenuto infatti che ci si potesse aspettare più di un’azione simile, con altre buste sospette in arrivo, in relazione allo sgombero del centro sociale Asilo avvenuto nei primi di febbraio. In quel caso, ad ogni modo, il pacco bomba non ha provocato alcun danno, anche se la sindaca Appendino è stata sottoposta al servizio di scorta per le minacce reiterate nei suoi confronti, ricevute negli utlimi tempi: in particolare, una scritta sui muri del cimitero recitante “Appendino la scorta non basta”.