Brexit tre deputati abbandonano May

    Ancora caos in Gran Bretagna per la querelle Brexit con tre deputati conservatori che lasciano il partito e la May. I tre parlamentari hanno deciso di unirsi al Gruppo Indipendente creatosi in seguito alle defezioni di sette laburisti dal partito e, naturalmente, in seguito al caos Brexit che continua a imperversare nella politica britannica. E’ l’ultimo terremoto che fa vacillare il terreno sotto i piedi del governo della premier May sempre più impantanata nella questione Brexit e in tutte le sfumature a corollario.
    “Non sentiamo più di voler rimanere nel partito di un Governo le cui politiche e priorità sono così fermamente nelle mani dello European Research Group (Erg) e del Democratic Unionist Party (Dup). La Brexit ha ridefinito il partito Conservatore rovinando tutti gli sforzi fatti per modernizzarlo. Tentare di resistere alla linea dura dell’Erg, che opera apertamente come un partito nel partito, con un suo leader, un capogruppo e una sua politica, è stato un fallimento penoso”. Lo si legge nella lettera indirizzata al primo ministro britannico, Theresa May, scritta dai tre membri conservatori britannici, Sarah Wollaston, Anna Soubry e Heidi Allen, che hanno scelto di abbandonare il partito e si sono uniti al Gruppo Indipendente costituito dopo le defezioni di sette laburisti dal partito, a cui si è aggiunto un ottavo membro questa mattina. Il gruppo è composto da 11 deputati in totale e qualora anche un solo altro membro dovesse aggiungersi, in pratica avrebbe lo stesso numero di parlamentari del partito liberaldemocratico. I tre fuoriusciti hanno chiarito che vogliono “lavorare insieme al Gruppo Indipendente come baricentro della politica britannica. Ci saranno volte in cui sosterremo il Governo, per esempio, riguardo le misure per rafforzare l’economia, la sicurezza e migliorare i servizi pubblici. Tuttavia, ora ci sentiamo onorati tanto da avere come priorità gli interessi del Paese e del popolo. Lavoreremo in modo costruttivo, a livello locale e nazionale in nome dei cittadini”.