CANNONATE E RAZZI: SALE LA TENSIONE AL CONFINE FRA LA TURCHIA E LA SIRIA. CAOS GHOUTA

    Rischia seriamente di toccare il punto di non ritorno il conflitto esploro ieri al confine tra Turchia e Siria. Come spesso accade in queste circostanze, al momento la dinamica dei fatti è abbastanza confusa, soffocata da ’contrastanti’ verità. ’Al-Manar’, l’emittente televisiva degli Hezbollah libanesi (alleati delle forze di Bashar al-Assad), sostiene che le milizie alleate di Damasco hanno puntato verso avrebbero la regione di Afrin, l’enclave curda a nordovest della Siria. Di contro, ’Anadolu’, l’agenzia di stampa ufficiale turca, afferma invece che le forze filogovernative siriane, sarebbero state respInte (costringendole a ripiegare a circa 10 Km da Afrin), dall’artiglieria turca che ha esploso diversi “colpi di avvertimento”. ’Anadolu’ ha inoltre riferito di tre razzi lanciati nel territorio turco (finiti nel distretto di Kirikhan, ma senza causare danni o vittime), dalla Siria settentrionale. I militari di Ankara hanno riferito che l’attacco sarebbe partito dall’area curda dove è in corso da giorni un’offensiva militare turca (ribattezzata ’Ramo d’ulivo’), che ha come obiettivo neutralizzare la minaccia rappresentata del sedicente Stato Islamico, e la presenza dei militanti delle Unità di protezione del popolo curdo (Ypg). Tuttavia, come dicevamo ieri, anche gli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, ha confermato l’ingresso delle milizie alleate di Damasco nella zona. Intanto sulla Ghouta orientale non si placano i violenti attacchi che il regime siriano e le forze alleate stanno conducendo con l’artiglieria pesante. L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha affermato il bilancio di questa nuova ondata di attacchi è di almeno 24 morti, tra cui tre bambini. Gli attivisti, vicino all’opposizione, hanno inoltre affermato che Lo hanno riferito che la scorsa domenica gli attacchi hanno provocatooltre 250 morti nella zona a est di Damasco, occupata dai ribelli. Una situazione incontrallabile che ha indotto Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, ad esprimere pubblicamente “Profonda preoccupazione”, per quanto sta accaendo in questi giorni Ghouta orientale. Come ha sottolineato Stephane Dujarric, portavoce delle Nazioni Unite, “Il segretario generale è profondamente preoccupato per il peggioramento della situazione nella Ghouta orientale e per il suo impatto devastante sui civili”. Guterres ha inoltre esortato entrambe le parti contrapposte a rispettare i principi fondamentali del diritto umanitario, che implica in primis la protezione dei civili durante i conflitti armati. Come ha aggiunto ancora il portavoce, è stato calcolato che “Quasi 400mila persone nella Ghouta orientale sono soggette a attacchi aerei e bombardamenti”. Vittime dell’assedio rappresentato dalle forze governative siriane, i civili della Ghouta orientale “vivono in condizioni estreme, soffrendo in particolare di malnutrizione”. Eppure, ha ricordato Guterres, proprio la Ghouta orientale era stata indicata “come una delle zone di de-escalation da Russia, Iran e Turchia”, invitando quindi tutti a rispettare “i loro impegni in questo senso”, ha concluso il portavoce.
    M.