Casal Bruciato, Raggi contestata e insultata

    Fischi, insulti e offese sessiste: questa l’accoglienza che il quartiere Casal Bruciato, a Roma, ha riservato alla sindaca Virginia Raggi, che nella giornata di oggi ha fatto visita alla famiglia rom assegnataria della casa popolare nel quartiere nel quadrante a est della capitale. La sindaca è stata scortata all’interno da due cordoni di forze dell’ordine che hanno cercato di sedare la protesta di circa 30 residenti, che hanno rivolto alla Raggi insulti e offese. “Questa famiglia risulta legittima assegnataria di un alloggio – ha dichiarato la sindaca all’uscita dalla casa, accompagnata da alcuni vicini della famiglia rom e dal presidente della Caristas don Benoni Mabraus –  Ha diritto di entrare e la legge si rispetta. Siamo andati a conoscerli e sono terrorizzati. Abbiamo avuto modo di far conoscere questa famiglia ad alcuni condomini. Chi insulta i bambini e minaccia di stuprare le donne forse dovrebbe farsi un esame di coscienza. Non è questa una società in cui si può continuare a vivere”. 

    Casal Bruciato, Daniele si difende: “Non ho mai detto ‘ti stupro’” 

    La Raggi è stata contestata da una trentina di persone che hanno chiesto trasparenza nell’assegnazione delle case popolari, il tutto al grido di “Salvini, Salvini”. Un altro episodio che si aggiunge alla ormai lunga lista di polemiche che ha scatenato l’assegnazione della casa ad una famiglia rom di 8 persone. Nei giorni scorsi il nucleo famigliare è stato oggetto di insulti e gravi minacce, tanto da costringere la famiglia e rinchiudersi dentro casa. Tante le minacce recapitate agli assegnatari della casa popolare, una in particolar modo ha destato scalpore. Il ‘ti stupro’ rivolto alla mamma dei 6 bambini rom. Sull’episodio, ai microfoni dell’Adnkronos, è intervenuto Daniele, il giovane a cui è stata attribuita la frase: “Quello che è successo ieri, di aver detto a quella signora rom, quello che tutti i giornali scrivono, ovvero che le avrei detto ’ti stupro’, io non lo ho mai detto – si difende Daniele, il giovane cui è stata attribuita la frase – Gli ho detto tante altre brutte parole e mi scuso con lei per averle dette, il momento era quello che era, non si ragionava tanto bene. Io non appartengo a CasaPound, a nessun loro movimento, non sono iscritto, stavo lì da semplice cittadino. Ho preso parte a determinate iniziative con loro ma io non sono un militante di CasaPound, ma ho partecipato ad alcune loro iniziative”, ha concluso Daniele.